Cronaca

RIP Sperè, Napoli non ti dimenticherà mai!

paolo villaggio morto a 84 anni

La nostra Reggia, i nostri bottari, la nostra infanzia e lui…Addio professore Sperelli

E’ morto a Roma l’attore Paolo Villaggio. Aveva 84 anni. Da alcuni giorni era ricoverato al Policlinico Gemelli.

L’inventore della satira sociale nasce a Genova il 31 dicembre 1932, e non nel 1938 come molti pensano, e passa un’infanzia abbastanza povera e rovinata dalla guerra mondiale. Dirà in seguito:”In quel periodo facevo una dieta, dettata non dalla voglia di apparire ma dalla povertà”.
 
Farà molti lavori, tra cui l’impiegato presso la Consider. E’ in questa azienda che Paolo Villaggio crea il personaggio di Ugo Fantozzi, che in seguito lo renderà popolarissimo.
A scoprire la vena artistica di Villaggio fu Maurizio Costanzo, che nel 1967 gli consiglia di esibirsi in un cabaret di Roma. Da qui passerà a condurre il programma televisivo “Bontà loro”, in cui i suoi personaggi aggressivi, vili e sottomessi troveranno la loro definitiva consacrazione.
 
Dal set televisivo passerà poi alla macchina da scrivere facendo pubblicare dall’Espresso i suoi brevi racconti incentrati sulla figura del ragionier Ugo Fantozzi, uomo dal carattere debole, perseguitato dalla sfortuna e dal “megadirettore” della “megaditta”, dove Fantozzi lavora.
 
Nel 1971 la casa editrice Rizzoli pubblicherà il libro “Fantozzi”, basato proprio su questi racconti, dando a Paolo Villaggio notorietà internazionale.
 
Il successo dei suoi best-seller (ne scriverà tre, tutti editi dalla Rizzoli), gli darà l’opportunità di darsi al cinema con successo e profitto. Per la verità, Villaggio aveva già lavorato in alcuni film (si ricordi, per tutti, “Brancaleone alle crociate” di Monicelli del 1970), ma solo con il celebre film “Fantozzi” di Luciano Salce nel 1975 incomincerà ad essere apprezzato anche in questo campo.
 
Ne seguiranno tanti altri, ben 9 sul personaggio del mitico ragioniere (1 di Salce, 7 di Neri Parenti e 1 di Domenico Saverini), oltre a quelli fatti interpretando personaggi minori, quali Giandomenico Fracchia (“Fracchia la belva umana”, “Fracchia contro Dracula”) e il professor Krainz.
 
A volte, e sempre con abilità e fortuna, Villaggio è uscito dalla routine delle sue creazioni, lavorando con maestri del cinema quali Federico Fellini (nel 1990 con “La voce della Luna”, insieme a Roberto Benigni), Lina Wertmuller (nel 1992 con “Io speriamo che me la cavo”), Ermanno Olmi (nel 1993 con “Il segreto del bosco vecchio”), Mario Monicelli (nel 1994 con “Cari fottutissimi amici”) e Gabriele Salvatores (nel 2000 con “Denti”).
 
Tra i numerosi premi cinematografici ricevuti da Paolo Villaggio, vale la pena ricordare il David di Donatello del 1990, il Nastro d’Argento del 1992 e il Leone d’oro alla carriera nel 1996.
 
In tutti questi anni non è tuttavia cessata la sua attività di scrittore: ha continuato a far pubblicare libri di buon successo con regolarità, cambiando però editore dal 1994 fino ad oggi (è infatti passato dalla Rizzoli alla Mondandori). Per quest’ultima ha pubblicato: “Fantozzi saluta e se ne va” (1994-95), “Vita morte e miracoli di un pezzo di merda” (2002), “7 grammi in 70 anni” (2003) fino al suo ultimo disperato sfogo: “Sono incazzato come una belva” del 2004.
 
 
Tutti lo ricordiamo come attore di cinema e scrittore, ma è stato anche un buon attore di teatro: ha infatti interpretato in teatro il ruolo di Arpagone nell’ “Avaro” di Molière nel 1996.
Più informazioni