Primo piano

Il trigesimo di don Pierino non si è celebrato nella sua amata chiesa

piu

San Felice a Cancello. Oggi il giorno del trigesimo di don Pierino Cioffi, il grande parroco della frazione Cave che per mezzo secolo ha guidato la parrocchia di Santo Stefano Martire.

Dopo quanto accadde il mese scorso in occasione dei funerali dell’89enne prelato, la famiglia ha deciso che il trigesimo venisse celebrato nella chiesa di San Felice Martire.

 

Una decisione che si commenta da sola e che conferma tutto quanto abbiamo scritto il mese scorso nei confronti dell’attuale parroco di Santo Stefano don Biruk Demissie.

Il monologo del sacerdote nordafricano che fece il diavolo a 4 in occasione della veglia in vista dei funerali, ha di fatto indotto la famiglia Cioffi a togliere l’occasione e a darsi un pizzico sulla pancia.

Commentare questa notizia è superfluo, abbiamo già scritto tutto e qualche donzella della frazione Cave, fedelissima di don Biruk, mi ha pure accusato di essere razzista, stoccata che rispediamo al mittente, solo perché scrivemmo che trattasi di un parroco ‘africano’.

Ne approfittiamo solo per porgere la nostra solidarietà alla famiglia Cioffi e poi un pensiero ad una persona speciale, unica che ho avuto l’onore di conoscere, UN ABBRACCIO DON PIERINO…

 

ECCO QUELLO CHE SCRIVEMMO LO SCORSO 21 GIUGNO

San Felice a Cancello. Abbiamo preso tante volte posizione sul parroco della chiesa di Santo Stefano Protomartire, don Biruk Demissie.
Il fondo era stato già toccato, da questo prelato, contestatissimo dalla gente della frazione Cave, poco piu’ di un mese fa, quando una salma durante il funerale rimase all’esterno perchè la chiesa era chiusa.
Oggi raccontiamo un episodio che ci ha lasciato a bocca aperta e che segna una linea di confine definitiva tra il prelato e il territorio.
Caro don Biruk ti invitiamo formalmente a dimetterti, qui non ci puoi più stare, questa mattina è stato posto in essere un oltraggio a chi per oltre 50 anni ha rappresentato un punto di riferimento e fatto la storia di una comunità.
Ci riesce davvero difficile raccontarlo perchè è un obbrobbrio di proporzioni spaventose.

Come tutti sanno la chiesa dalle 11 e 30 è stata teatro della camera ardente di don Pierino Cioffi, il parroco con la P maiuscola, che per oltre 50 anni ha illuminato un’intera comunità. Nonostante il momento triste, di raccoglimento e di rispetto per l’addio ad una leggenda sanfeliciana, sono accadute cose allucinanti.
Primo litigio al momento dell’ingresso della salma, perchè non c’erano dei fiori all’interno della chiesa e i parrocchiani, stupiti, hanno animatamente discusso con don Biruk, perchè non ha voluto farli mettere.
Poi all’improvviso mentre i parenti e i fedeli vegliavano la salma e pregavano, il prete africano ha cominciato ad urlare, imponendo alla gente di pregare in silenzio, senza proferire parola.

Ha detto che bisognava portare rispetto a lui che è ancora vivo e quindi bisognava pregare solo con il pensiero.
Siamo a livelli del mago Oronzo, quello di Italia Uno (Con la sola imposizione delle mani…).
Non si poteva pronunciare nemmeno il rosario e la gente è rimasta perplessa, urla e imprecazioni, roba davvero da effetti speciali. Molti sono usciti dopo aver gridato il proprio sdegno. Sono intervenuti pure quelli delle pompe a funebri a portare la calma.
Essendo una camera ardente la bara era aperta, e don Biruk pare abbia fatto questioni pure su questo, addirittura con la famiglia del grande sacerdote.
In mattinata, verso le 9, il primo round, quando don Biruk ha litigato con alcuni volontari venuti a pulire il giardino della chiesa.
Don Biruk li ha visti e ha cominciato a discutere animatamente con queste persone: “Chi vi ha dato il permesso di pulire, qua comando io”.
Potremmo continuare, ma ci fermiamo qui, almeno per ora.
E’ come se qualcuno all’improvviso, senza ragione, abbia preso un martello e cominciato a colpire un monumento.