Cronaca

La Cina inguaia Napoli: è emergenza rifiuti, si ferma la differenziata

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La Cina inguaia Napoli. Stando all’amministrazione del Comune partenopeo, dovrebbe essere questo il titolo da dare al triste ritorno dell’emergenza rifiuti in città con centinaia di tonnellate di rifiuti solidi urbani che giacciono ai margini delle strade del capoluogo campano.

Anche la raccolta differenziata, quella della plastica, è ormai praticamente ferma e la situazione è così drastica che c’è chi teme che senza un intervento immediato si possa tornare a parlare di vera e propria crisi.

E non ci sono più alibi perchè anche l’inceneritore di Acerra è funzionante e lavora a pieno regime tutti i giorni. Purtroppo, si evidenzia che oltre la buona volontà il Comune di Napoli non riesce a mettere altro: la gestione dei rifiuti dopo otto anni di governo cittadino targato Luigi de Magistris è deficitaria.

Non è stato avviato un solo impianto per la raccolta differenziata e, peggio ancora, non esistono siti di stoccaggio funzionanti. L’unico era quello di via delle Brecce che è stato chiuso in seguito al suo errato utilizzo.

 

Cosa è successo? Colpa della Cina…

In attesa che il Conai dia, si spera oggi, ripresa parziale alle attività di raccolta, a Napoli i segni del disagio sono quantomai evidenti. Il centro storico straripa di rifiuti in strada, i turisti che transitano per i Decumani devono fare lo slalom tra i sacchetti di plastica che ormai invadono le stradine come via Benedetto Croce.

E le famigerate “zone bene” partenopee? Da Chiaia al Vomero la situazione non cambia e sembra di rivivere i tempi che furuno quando la crisi dei rifiuti a Napoli fece il giro del mondo.

Ma di chi è la colpa? Assunzioni di responsabilità, come di consueto, non ce ne sono. Anzi. Secondo l’amministrazione comunale la crisi affonda le proprie radici addirittura in Cina. Pare, infatti, che il colosso mondiale cinese che si occupa di acquisire i rifiuti da tutto il mondo abbia rallentato le operazioni in tutta Ialia, Napoli compresa. Se questo può essere considerato un fattore, di certo Asìa e Comune di Napoli hanno un ruolo tutt’altro che secondario ma come sempre a pagare sono i cittadini ancora una volta costretti a pagare un servizio inesistente il cui malfunzionamento innesca un meccanismo perverso che influisce sull’economia dell’intera città.