Attualità

Campania in recessione: sempre più lavoratori poveri

Roma 29 settembre 2009Luiss Guido Carli

Sud in recessione, popolato da sempre più “woorking poor” (lavoratori poveri), abbandonato dai giovani che lo preferiscono al Nord e all’Europa, con le donne fanalino di coda nell’occupazione. Un Mezzogiorno diretto verso la stagnazione per il 2020, con le relative conseguenze, sempre più distante dall’Europa. Un ritratto a tinte fosche, in cui la Campania è maglia nera, con un dato di crescita nel 2018 pari allo zero.

Ancora un quadro scoraggiante, quello disegnato dal rapporto SvimezIl Mezzogiorno nella nuova geografia europea delle disuguaglianze”, presentato adesso alla Camera dal presidente Adriano Giannola e illustrato dal direttore Luca Bianchi, che però cita come caso contro tendenza ed esempio la Apple di San Giovanni a Teducci. “L’Accademy è un esempio di sfida riuscita“.

L’istituto accusa a chiare lettere la politica:  “Nell’ultimo ventennio – si legge nel rapporto – la politica economica nazionale ha disinvestito dal Mezzogiorno, ha svilito anziché valorizzare le sue interdipendenze con il Centro-Nord“. Caduta demografica, stagnazione dei consumi, crollo degli investimenti pubblici.

La stagnazione è aggravata da dinamiche demografiche avverse che riguardano tutto il Paese e segnatamente il Mezzogiorno– continua il rapporto –  Per effetto della rottura dell’equilibrio demografico (bassa natalità, emigrazione di giovani, invecchiamento della popolazione), il Sud perderà 5 milioni di persone e, a condizioni date, quasi il 40% del Pil. Solo un incremento del tasso d’occupazione, soprattutto femminile, può spezzare questo circolo vizioso“.

Svimez fotografa una frattura profonda. “La vera priorità dell’Italia è colmare i divari territoriali. È la radiografia di una frattura profonda, trascurata in decenni di disinvestimento pubblico nel Mezzogiorno che hanno prodotto, con la sofferenza sociale e l’arretramento produttivo nell’area, un indebolimento dell’Italia nello scenario europeo e la rottura dell’equilibrio demografico – dichiara Giuseppe Provenzano, ministro per il Sud – Con l’Italia che si è fermata nei primi mesi del 2019, oggi la Svimez conferma quanto temevo poche settimane fa al mio insediamento, l’eredità pesante di un Sud entrato in recessione“.

E il ministro aggiunge: “Ma queste analisi non devono indurre allo scoraggiamento, devono spingere a un impegno ancora maggiore che deve investire l’intero governo, a un’urgenza condivisa. Perché il Rapporto Svimez non è solo un grido di dolore, va letto per intero, indica politiche di cambiamento possibile e di rilancio dello sviluppo, nell’interesse dell’intero Paese. E le analisi Svimez confermano anche che abbiamo messo a fuoco le giuste priorità, già in questi primi atti di governo e nella Legge di Bilancio che ha un corposo capitolo dedicato al Sud: dalla vera attuazione della clausola del 34% all’accelerazione della spesa dei fondi nazionali di coesione, dal sostegno all’industria che innova al rafforzamento della dotazione di servizi nei Comuni del Sud. Invertire le previsioni negative si può, si deve“.

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