Primo piano

Bros, Caldoro in fuga in motorino per scappare alla protesta

protesta-bros

Napoli. Nella mattinata di oggi l’ex governatore della Regione Campania Stefano Caldoro è stato ascoltato dal pm Raffaele Tufano nellì’ambito del processo a carico di 35 disoccupati Bros, accusati di associazione per delinquere, interruzione di pubblico servizio, violenza privata e minacce.  «C’era – ha riferito Caldoro – una pressione di matrice politica e ‘sindacale’ per non interrompere il sostegno economico».

 

L’ex governatore, durante la sua testimonianza, ha ricordato il cambio di rotta intervenuto con la sua presidenza a Palazzo Santa Lucia, quando si decise, d’intesa con il governo, l’interruzione delle politiche assistenziali consistenti in corsi di orientamento che non avevano sbocchi lavorativi reali. L’ex presidente della Regione Campania ha poi ricordato la grandissima pressione che si innescò sulla Regione, in quel periodo: «Era frequente che io andassi a convegni e si presentavano 30-40 persone, avevamo problemi di assembramento. Chiesi al questore di poter parlare ai convegni, una volta dovetti andare via in motorino con la scorta perché bloccavano le macchine». Lo stop, anche nelle relazioni, però, determinò problemi di ordine pubblico, ha ricordato Caldoro, che destavano non poche preoccupazioni nelle forze dell’ordine.