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Dalla Terra dei Fuochi alla Terra dei Giochi: la battaglia ambientale con gli occhi dei bimbi. FOTO E VIDEO

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Acerra (Chiara Castaldo). Da Terra dei Fuochi a Terra dei Giochi. Un’assonanza certo, ma una differenza sostanziale che parte da un dettaglio: gli occhi dei bimbi che stanno combattendo una battaglia con forza e voglia di vivere. Questo e molto altro è “La Terra dei Giochi”, progetto esposto ieri da tre associazioni del territorio acerrano, quali Legambiente Acerra Terra Nostra, Associazione Pari e Pastorale Giovanile Acerra.

L’iniziativa è stata presentata alla cittadinanza ieri sera, in occasione del lancio del calendario 2020 che raffigura, per ogni mese, le realtà che rappresentano validamente la città di Acerra. Tale calendario è esemplificativo dei risultati raggiunti e delle relazioni instauratesi nell’anno che sta per concludersi. L’evento è stato arricchito dall’intervento del vescovo di Acerra, mons. Antonio Di Donna, presente insieme alle istituzioni (su tutte l’assessore alle Politiche Sociali Petrella) e dagli esponenti delle associazioni coinvolte nel progetto.

Il titolo “Terra dei Giochi” racchiude un buon auspicio, cioè la speranza di abbandonare il concetto Terra dei fuochi e la propaganda negativa ad essa affine, per creare un orizzonte più florido. È emerso dai vari interventi, introdotti dalla presidente di Legambiente Terra Nostra Antonella Terracciano, la necessità di non omettere la verità: non si possono negare le difficoltà e le problematiche esistenti. Tra queste ultime pregnanti sono le malattie che colpiscono i bambini, le emergenze climatiche e gli atti discriminatori largamente diffusi.

Alla luce di ciò, Giuseppe Cantore, presidente dell’associazione Pari e presentatore del progetto, ha esortato tutte le associazioni a fare rete e assumere una globale visione del mondo: “Questo è il tempo del coraggio, è giunto il momento di rimettersi in cammino, collaborando alla realizzazione dei molteplici progetti previsti dalla Terra dei Giochi”. La cittadinanza ha dunque il dovere di intraprendere un percorso non facile ma che auspica al raggiungimento di un obiettivo più lieto: ridisegnare la città con gli occhi dei bambini.

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