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Ambulanza arriva dopo un’ora e Rosa muore a 19 anni. Ecco da dove è partita e quanto dovrebbe metterci

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San Giorgio a Cremano. Sta suscitando tantissime reazioni e molte polemiche la morte improvvisa nella giornata di sabato di Rosa Abbate, una ragazza di 19 anni, di San Giorgio a Cremano. L’ambulanza che doveva soccorrerla è arrivata infatti soltanto dopo un’ora.

“Configura la dimensione piu’ atroce della strage compiuta quotidianamente dall’arresto cardiaco improvviso che miete, impietosamente, in Italia e nel mondo, vittime a qualunque fascia di eta’, non risparmiarmando praticamente nessuno. Ma, pur nella tragedia del dramma piu’ inatteso e devastante, che caratterizza l’evento per se stesso, vi e’ una questione su cui non si puo’ e non si deve tacere: il ritardo significativo del Soccorso istituzionale prestato a questa ragazza dal Sistema 118 territorialmente competente”. Lo dichiara, in una nota, Mario Balzanelli Presidente Sis 118.

 

“Aldila’ delle tempistiche riferite dai parenti (tempo di arrivo di 1 ora dalla prima chiamata alla Centrale Operativa), e delle doverose verifiche che ad essa seguiranno nelle sedi opportune, e aldila’ delle possibilita’ concrete di sopravvivenza rispetto alla natura e all’entita’ dell’evento patologico che ha determinato il decesso, rimane che in caso di “codice rosso” l’arrivo presso il paziente di un mezzo di Soccorso del SET118 con a bordo personale sanitario in grado di fare diagnosi e terapia di emergenza potenzialmente salvavita- sottolinea Balzanelli- deve essere immediato, fulmineo, entro pochi minuti, definiti peraltro molto chiaramente dal legislatore, 8 minuti dalla chiamata in Centrale Operativa, in area urbana, e 20 minuti dalla chiamata, in area extraurbana”.

 

“Pare, dalle dinamiche emerse dalle testimonianze, che questi parametri temporali siano stati piu’ che ampiamente disattesi. Nei casi piu’ gravi questo significa morte certa. L’invocata riforma legislativa del 118 fu da noi chiaramente motivata perche’ si evitassero i morti evitabili. Ancora una volta, pare che il Sistema di Emergenza Territoriale non abbia potuto perche’ oggettivamente non in grado, considerato intanto che nei tempi si puo’ stare esclusivamente quando si ha a disposizione un numero sufficiente di mezzi e che la massimizzazione delle possibilita’ di salvezza puo’ realisticamente aversi quando a bordo di quei mezzi vi e’ qualcuno che puo’ fare la differenza nelle situazioni critiche, il che significa, sul piano organizzativo, previsione e presenza organici medico – infermieristici pieni e non vuoti. Muore cosi’, senza soccorso- conclude Balzanelli- una ragazza di 19 anni. Faccia riflettere, questa ennesima morte, il Governo ed il Ministro della Salute sulla necessita’ piu’ assoluta ed improcrastinabile della riforma e sui suoi – piu’ che evidenti – contenuti”.

Ambulanza arrivata da Marigliano

“Il caso della giovanissima Rosa, morta a 19 anni per un arresto cardiaco e soccorsa, a quanto risulta, dopo un’ora dalla prima chiamata al 118 fa gridare vendetta. Non sappiamo ancora quale sarebbe stato il suo destino se i soccorsi fossero stati tempestivi. Ci chiediamo, però, contro chi dovremmo puntare il dito se i risultati dell’autopsia confermassero che per questa giovanissima vita si sarebbe potuto fare qualcosa, se solo si fosse agito per tempo. Chi pagherebbe in tal caso? Forse chi, come il governatore di questa regione, se ne va in giro a celebrare il miracolo dell’uscita dal commissariamento, mentre in cinque anni non è stato in grado neppure di garantire presidi salvavita in tutti i territori né un coordinamento regionale del 118. La povera Rosa era di San Giorgio a Cremano, ma l’ambulanza è dovuta arrivare da Marigliano, in quanto l’unica disponibile in tutta la Asl. Nella vicina Torre del Greco ci sono tre ambulanze non medicalizzate che costano un patrimonio, in quanto vengono fornite dai privati, ma che in casi come questi, non essendoci il medico a bordo, sono inutili. Ed è paradossale che un’area di 600mila abitanti, per le emergenze cardiologiche abbia un solo medico in servizio, ma reperibile a Sorrento”. E’ quanto denuncia la capogruppo regionale del Movimento 5 Stelle e coordinatrice nazionale sanità Valeria Ciarambino.

“Quella che De Luca ci restituisce alla fine della sua legislatura – prosegue Ciarambino – è una regione nella quale per aver garantita l’assistenza si fa ricorso alla prepotenza, come ha fatto quella banda di giovani criminali che ha aggredito e sequestrato un equipaggio del 118 per soccorrere un conoscente. Con buona pace di una recente mozione a nostra firma approvata all’unanimità proprio sul tema della violenza contro gli operatori sanitari, che fa seguito a una risoluzione sulla riorganizzazione del 118 approvata in Commissione Sanità da oltre un anno e a cui De Luca non ha mai dato seguito. Per non dire dei tanti emendamenti e proposte presentati in questi anni, inclusa l’ultima legge di bilancio, e puntualmente respinti solo perché a presentarli era il M5S. Nulla è stato fatto in cinque anni, salvo mettere a posto quattro numeretti e brindare a una sanità che di miracoloso ha solo che chi ha finito di distruggerla è ancora comodamente seduto sulla poltrona di governatore”.