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Rotazioni, turni e boom di chiamate: medici in fuga dal 118. Ecco i “buchi” nella rete

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Napoli (Chiara Castaldo). Qualcuno non ha esitato a definirla una “fuga dal 118”: era già cominciata nelle scorse settimane da dopo le difficoltà vissute nelle ultime festività tra Napoli e provinciale, la situazione si è fatta ancora più critica.

Nell’hinterland soprattutto c’è stato un boom di chiamate e interventi, molti dei quali non catalogabili in emergenza. La causale è individuata nel distacco tra la Centrale operativa e la rete delle ambulanze, inviate spesso a tappeto, senza rispettare il criterio della territorialità e con una selezione non sempre efficace tra gli interventi mediante il meccanismo del triage. I medici stressati dagli innumerevoli ritmi, vogliono recarsi altrove e proprio nel periodo delle festività si sono registrate assenze, che forse prefigurano il desiderio di approdare verso lidi più tranquilli. A ciò si aggiunge la difficila gestione dei turni e la carenza di personale.

Frequenti sono infatti le richieste di permessi per malattia che hanno creato non poche difficoltà per sostenere l’ingente numero di interventi. Nonostante il problema della carenza di personale sia stato colmato parzialmente con l’assunzione di medici del nuovo bando, sono ancora  riscontrabili posti vacanti. L’esiguo personale operante è poi chiamato ad intervenire su casi non urgenti,  riscontrandosi una completa superficialità sulla categorizzazione del paziente oggetto dell’intervento. All’utente deve essere garantito il soccorso nel minor tempo possibile e la gestione ottimale dei tempi è assicurata dalla ripartizione delle competenze tra le ambulanze del 118 su base territoriale.

A Caserta, l’emergenza è stata fronteggiata aumentando di un’unità il turno notturno e incrementando il personale. In una realtà popolosa come quella dell’hinterland partenopeo e soprattutto dell’area compresa tra Acerra, Afragola, Casalnuovo, Casoria e Caivano, il rimedio potrebbe essere ancora più difficile da trovare.