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Volontari…un corno! Giungla 118: 20 euro per 12 ore. E qualcuno non riposa mai

118 scadalo

Napoli (Chiara Castaldo). C’è chi lavora su tre ospedali in un raggio di decine di chilometri. C’è in pratica non smonta mai. C’è chi non disdegna qualche aiuto extra pur di essere pimpante. Benvenuti nella giungla dei volontari del 118: i “preferiti” dall’establishment perchè lavorano tanto, parlano poco e costano anche meno. Alla fine a parità di ore di lavoro un volontario costa meno di un terzo di un collega “ufficiale” dell’Asl.

 

Ma come si è arrivati a tutto questo? Nei giorni scorsi Luca Abete, inviato della trasmissione Striscia La Notizia ha provato a spiegarlo, in un reportage girato tra una struttura ospedaliera del Casertano e una società del Napoletano. I volontari prestano servizio a tempo pieno, senza tutele e percependo una esigua retribuzione nella forma di recupero spese. Secondo l’inviato si tratterebbe formalmente di volontariato, tuttavia esso maschera una realtà con i crismi del lavoro nero.

 

I primi servizi furono effettuati tra Mercato San Severino e Sarno, ma è in provincia di Napoli e in particolare nell’area Nord che tale fenomeno assume dimensioni spaventose. In caso un’operatrice in forma anonima ha dichiarato a “Striscia” che “l’autista del 118 viene retribuito 20 euro per 12 ore. Ti danno l’assegno ogni 5 del mese, come recupero spese. Però volontariato, senza nessun contratto”.

 

Nel secondo caso, invece, è emerso che un autista percepisce 30 euro per un turno di 12 ore. E in tutto chiesto il ritardo nei pagamenti dei rimborsi sta portando a un rischio di sciopero da parte dei volontari (una contraddizione in termini) proprio nell’hinterland partenopeo.

 

Il problema principale è però rappresentato dalla qualificazione di tali rapporti di lavoro, non regolamentati. Turni massacranti, retribuzione inidonea ed esiguità del personale. Il 118 in tempi recenti è sottoposto a molteplici inchieste, che rivelano un problema probabilmente dovuto alla mala gestione della sanità in Italia e in Campania in particolare. E le associazioni di volontariato dal canto loro si difendono, soprattutto paragonando la propria situazione economica a quella delle Asl.

 

Lo scenario è cupo ed è opportuno intervenire al fine di tutelare utenti e lavoratori.