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Coronavirus, 63 telefonate al numero verde della Regione Campania. Flash mob per la Cina

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Napoli. Sono state 63 le telefonate giunte al numero verde istituito dalla Regione Campania, presso la Asl Napoli 1 Centro, per fornire informazioni sul coronavirus 2019-nCoV, operativo da
oggi alle 14. Nel primo giorno di funzionamento del servizio, sono state 50 le chiamate in ingresso, 13 le riagganciate durante il messaggio informativo di benvenuto. In media l’attesa per poter parlare e avere informazioni è stata di 7 secondi mentre la durata della conversazione è stata, in media di 235 secondi.

 

Il numero 800-90.96.99 fornisce gratuitamente, tutti i giorni dalle ore 8,00 alle ore 20,00 – risposte ai cittadini in caso di dubbi o chiarimenti relativi a prevenzione, contagio e cura. Telefonando, un cittadino può chiedere quali sono i sintomi e cosa deve metterlo sul ‘chi va là’. “I sintomi sono quelli di un comune raffreddore e influenza – ha risposto uno degli operatori alla telefonata effettuata nel tardo pomeriggio – Ciò che deve allarmare è se questi sintomi si presentano al ritorno di un viaggio in Cina”. Il primo passo da fare, se si ipotizza di aver contratto il virus è contattare il medico curante. Ed è lo stesso medico curante che “qualora fosse necessario, indirizza il paziente laddove è opportuno”. Dal numero verde cercano anche di rassicurare su un altro punto che ha creato molto allarme. “Non si contrae il virus – ha spiegato l’operatore – entrando in un negozio cinese o trovandosi in contatto con un cinese”.

Flash mob di solidarietà al popolo cinese organizzato in serata a Napoli dagli attivisti dell’ex Opg e Potere al Popolo e dalla comunità cinese che, in piazza San Domenico Maggiore, si sono stretti in un abbraccio collettivo gridando più volte ‘Wu Han Jia You, Zhong Guo Jia You’ Forza Wuhan, Forza Cina”. “Napoli risponde così – ha spigato al megafono uno dei partecipanti – agli episodi di intolleranza che stanno avvenendo in Italia a danno dei cinesi e alla scelta dei governatori del Nord di non permettere l’accesso nelle loro scuole ai bambini di origine cinese”. “Di fronte a questa tragedia abbiamo visto il popolo cinese reagire con migliaia di donne e uomini che a Wuhan affrontano la crisi facendosi forza a vicenda lanciandosi messaggi da balcone a balcone ed abbiamo anche visto equipe di ricercatori e ricercatrici di tutto il mondo, tra i quali le nostre precarie, cooperare e rafforzare legami internazionali. Ma abbiamo visto crescere un clima di paura e di psicosi collettiva alimentata ad hoc da fake news bugie ed inesattezze che hanno provocato episodi di discriminazione e razzismo”. Tra bandiere della Cina, tricolori e decine di lanterne accese dai partecipanti è stato esposto un grande striscione con la scritta in napoletano rivolta ai cinesi ‘Damme ‘nu vas’ e cient ancor’, Dammi un bacio e ancora altri cento.