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Il Napoli operaio di Mr. Ringhio

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EDITORIALE MARCO STILETTI- Da quando Gattuso ha ordinato alla squadra di “indossare”la tuta da operaio e togliere il frac del lord, il Napoli sembra aver cambiato rotta. Naturalmente il termine tuta è riferito metaforicamente all’esigenza degli azzurri di cambiare stile di gioco e passare dalla ricerca esasperata della “bellezza” al pragmatico cinismo. Quello di chi ha bisogno di portare a tutti i costi punti a casa.

E’ bastata una prodezza balistica di Dries Mertens (meno uno dal record di Hamsik) al 20’ del secondo tempo per chiudere il match. Gattuso chiude dicendo:”uscire per la seconda volta consecutiva (dopo l’Inter in Coppa Italia) con la porta inviolata ha richiesto un sacrificio enorme in fase difensiva”. La squadra di Gattuso, infatti, si copre nel primo tempo, per poi sbloccare il risultato nella ripresa dopo l’inserimento di Insigne tenuto inizialmente in panchina.

La filosofia del Mr. è molto semplice e quindi meglio far giocar male gli altri e vincere da squadra, che ostinarsi a inseguire il sogno del predominio del campo. A Cagliari il Napoli ha fatto proprio questo, dando continuità all’ idea di collettivo. Gli azzurri, in sintesi, hanno posto la sostanza al primo posto  in funzione dell’utilità collettiva sostituendolo alla bellezza. Spesso è sinonimo di poca concretezza e frivolezza individuale.

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