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La cura contro il Coronavirus, via libera alla sperimentazione del farmaco ‘napoletano’

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Napoli. “L’Aifa ha approvato il protocollo della sperimentazione scientifica del Tolicizumab, Napoli e Modena saranno i capofila. Partiremo con priorità immediata in 10-15 giorni su 250 pazienti in Italia”.

 

Lo annuncia all’Ansa Vincenzo Montesarchio, infettivologo dell’ospedale Cotugno di
Napoli che sta lavorando insieme a Paolo Ascierto, direttore dell’unità di immunologia clinica del Pascale,
sull’effetto positivo del farmaco sulla polmonite indotta dal Coronavirus. “L’Aifa ha approvato il nostro protocollo di sperimentazione e siamo entusiasti nel partire insieme a Modena”, sottolinea Montesarchio. “A Napoli la sperimentazione – spiega Montesarchio – sarà coordinata dall’Istituto Pascale che ha uno staff di ricerca sperimentale di alto livello. L’Aifa ci darà dei percorsi prioritari, perché il virus è qui e ora e quindi non si seguiranno i tempi normali di sperimentazione. Io sarei felicissimo di partire in 10-15 giorni al massimo”. Intanto l’uso del Tolicizumab prosegue nelle corse dell’ospedale Cotugno di Napoli, la prima linea della battaglia al coronavirus in Campania. “Stamattina – spiega Montesarchio – abbiamo chiesto il trattamento per trenta pazienti che stiamo già iniziando”. Si continua nel frattempo il monitoraggio degli 11 pazienti già trattati a Napoli: “Attualmente – spiega Paolo Ascierto – nove pazienti su undici che sono stati trattati con il Tolicizumab mostrano evidenti segni di ripresa. Di questi 11, 7
sono intubati e 4 hanno una marcata insufficienza respiratoria in reparto. Dei 7 pazienti intubati, 5 pazienti hanno avuto un miglioramento importante dei parametri di funzionalità respiratorio, uno è ancora stazionario e uno è morto nei giorni scorsi. Tutti i quattro pazienti critici ma che sono semplicemente ricoverati in reparto hanno segni di miglioramento clinico e addirittura uno di questi non è più in ossigenoterapia a intermittenza. Continuano le segnalazioni di efficacia del farmaco negli altri centri”. “Il modello collaborativo dell’Istituto Pascale – commenta il direttore dell’Istituto Attilio Bianchi – sta manifestando in questa occasione tutta la sua potenzialità. Essere cauti è d’obbligo, ma anche fiduciosi che lo studio clinico fornirà ulteriori elementi di valutazione”.

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