Coronavirus, caposala in pensione da 5 anni torna a lavoro: tutti dobbiamo dare una mano

ospedale loreto mare

Napoli. “Ero in pensione da 5 anni e sono tornato perché penso che tutti dobbiamo dare una mano”. Così si presenta Carmine Silvestri, 70 anni, ex caposala dell’ospedale infettivologico Cotugno di Napoli, che ora è chiamato a sovrintendere al personale infermieristico del Loreto Mare, trasformato in ospedale per il covid 19.

 

Silvestri è al lavoro da alcuni giorni e sta portando insieme al suo ex direttore Franco Faella, la sua esperienza dell’infettivologia maturata dal 1980 al 2015. “Non c’ero ai tempi del colera – ricorda – ero a fare la leva militare. Al Cotugno ci occupavamo di neuropatie infettive, meningiti, encefaliti. Poi al pronto soccorso che abbiamo creato al Cotugno abbiamo fatto preparare due stanze a pressione negative e abbiamo affrontato Sars, aviaria, h1n1 e oggi siamo qui contro il covid”. Silvestri è stata la prima persona che Faella ha chiamato quando ha deciso di accettare di tornare in campo per il Loreto Mare: “Lo considero – spiega Silvestri – un segno di stima. Mi sono ringalluzzito, facevo una vita da pensionato non piacevole, oggi invece torno a casa stanco la sera, non ho più le forze che avevo prima ma sto tornando in forma”. C’è però un nemico molto difficile da affrontare: “Paura? L’abbiamo tutti – afferma – chi dice il contrario dice una sciocchezza, dobbiamo usare tutte le armi che abbiamo. E’ una pandemia e non c’è un vaccino. Quindi ora c’è solo la prevenzione, la necessità di allontanarci uno dall’altro per evitare nuovi contagi”. Al Loreto Mare Silvestri sta lavorando “sul corretto uso dei dispositivi per i colleghi medici e infermieri e sui percorsi in ospedale con le zone filtro e i percorsi particolari per la vestizione e la svestizione, uno dei momenti più importanti per tutelare il personale. Lavoro anche sulla formazione dei giovani chiamati a lavorare qui: all’inizio ero scettico invece hanno dato un’ottima risposta, dopo tre giorni di formazione in aula avevamo 14 giovani volenterosi e capaci che a loro volta stanno facendo formazione agli altri. Sta collaborando anche Raffaele Bellopede, l’attuale caposala del Cotugno”.