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Coronavirus, in Campania siamo al picco. Lo studioso: l’emergenza potrebbe finire tra metà maggio e inizio giugno. Fino al vaccino non si potrà dire ‘sarà tutto finito’

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Napoli. Alessandro Parrella, dirigente medico infettivologo al Cardarelli, è diventato il punto di riferimento per la Regione Campania grazie alla creazione di un algoritmo. I suoi grafici, infatti, sono stati determinanti per non farsi trovare impreparati, hanno permesso di sapere quanti posti letto sarebbero serviti ed hanno consentito di comprendere per tempo che bisognava chiedere alla gente di restare a casa.

 

 

In un’intervista pubblicata sull’edizione odierna de Il Mattino, lo studioso ha riferito: «L’algoritmo non serve a fare previsioni ma ad analizzare l’andamento dell’epidemia, ma se mi chiede quando finirà tutto posso ipotizzare una data ma nessuno deve considerarla ufficiale perché dipende da troppe cose. Tra metà maggio e inizio giugno potremmo essere nella situazione in cui oggi è Wuhan con un graduale ritorno alla normalità, ma non è detto. Tutto dipende dalla capacità di mantenere le stesse distanze sociali di oggi. Se anche solo una piccola porzione di persone iniziasse a cambiare abitudini, ad andare per strada, le previsioni cambierebbero immediatamente». A proposito dell’attendibilità dell’algoritmo Parrella ha riferito: «Negli ultimi giorni è preciso in maniera impressionante, ma lo è stato fin dall’inizio ed ha consentito alla Campania di non farsi trovare impreparata». Riguardo la fase del contagio che stiamo attraversando, Parrella ha affermato: «Siamo al picco, durerà un po’, poi inizierà a scendere e la conclusione rapida dipenderà solo dal rispetto rigoroso delle norme. Bisogna restare a casa il più possibile finchè ci verrà chiesto. Non credo che ci sarà un momento in cui ‘tutto sarà finito’, almeno fino a quando non ci sarà un vaccino. Bisognerà fare attenzione, evitare sempre e comunque gli assembramenti per lungo tempo».