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Wuhan, l’incubo del contagio bis: 31 casi e 4 morti dopo le prime riaperture. Torna il lockout

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NAZIONALE. Le autorita’ di Wuhan, citta’ cinese epicentro della pandemia di Covid-19, hanno fatto sapere di aver confermato 31 nuovi casi di contagio e quattro decessi. A meta’ marzo la crisi sanitaria sembrava terminata, dopo che finalmente i nuovi contagi sembravano drasticamente ridotti, spingendo l’amministrazione locale a far ripartire con cautela le attivita’ produttive e persuadendo il presidente Xi Jinping a compiere la prima visita ufficiale dallo scoppio dell’epidemia.

 

Nonostante un certo ottimismo, Wang Zhonglin, capo del partito comunista di Wuhan, ha avvertito che il rischio di un ritorno della crisi e’ elevato e di continuare ad “essere vigili, rispettando le misure di contenimento”. Le autorita’ hanno fatto sapere di aver individuato nuovi casi anche tra il personale delle sedi diplomatiche di ritorno a Pechino. Come riporta la stampa locale, stamani la portavoce del ministero degli Esteri Hua Chunying ha fatto appello ai diplomatici di non venire nella capitale.

 

L’allerta torna proprio nelle ore in cui la Cina, che sembra aver messo sotto controllo la pandemia in due mesi grazie alle misure draconiane adottate con il blocco produttivo e agli spostamenti, si prepara a onorare i primi “14 martiri” caduti in prima linea nell’Hubei durante la guerra contro il Covid-19.

 

Pur dichiarata vinta la guerra, la leadership di Pechino e’ molto prudente su una seconda ondata, tra contagi di ritorno e asintomatici. Ieri sono stati registrati 31 nuovi casi, di cui 29 importati (saliti a 870) e 2 domestici, uno nel Liaoning e uno nel Guangdong. La Commissione sanitaria nazionale ha rilevato 4 ulteriori decessi, tutti nell’Hubei, per totali 3.322. I contagi certi sono cresciuti a 81.620, di cui 1.727 persone ancora in cura e 76.571 dimessi dopo la guarigione. Sono 60 i nuovi asintomatici, di cui 7 importati: attualmente, sono 1.027 i casi sotto osservazione, inclusi 221 dall’estero