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Medico di base morto per curare i suoi pazienti. Il racconto della figlia: ” Deceduto da eroe, sapeva dei rischi ma amava il suo lavoro “

dottore

Napoli.   Morire da eroi, dopo aver contratto il  contagio da Coronaviurs per svolgere fino in fondo la professione di medico curante. E’ la storia di Giovanni Tommasino, raccontata dalla famiglia maria sulle pagine de Il Mattino.

Dopo una settimana di ricovero nel reparto di rianimazione del “Mauro Scarlato” di Scafati, il cuore di Giovanni  si è spento all’età di 61 anni.

” Nei primi giorni di positività mio padre restò a casa. Poi la situazione precipitò il 21 marzo e fu ricoverato a Sorrento, ma dopo un giorno fu trasferito a Scafati”.  La figlia Maria, racconta i primi momenti della scoperta della positività del padre, ma  denuncia con fermezza  anche la difficile situazione, in cui il padre, medico di base  ha dovuto operare fino a quando non è stato contagiato:”

Allo studio durante le visite era protetto solamente da una mascherina.  A metà marzo non si trovavano dispositivi di protezione e l’Asl non ha distribuito altro materiale.”

Poi  risulta inevitabile soffermarsi sugli ultimi attimi della vita di suo padre:” Si preoccupava per noi, chiedeva di inviargli le nostre foto .  Ho dovuto comunicare io la morte a mia madre e mia sorella ed è stato terribile.”

Nel ricordo  di Maria , c’è il racconto di tanti familiari che in questi tragici giorni ha  visto morire i propri cari, senza un saluto, senza una carezza.

Un destino atroce, crudele, difficile da superare, ma Maria con tanto orgoglio ha voluto ancora una volta sottolineare ciò che il padre ha fatto fino a poco prima della malattia:”E’ morto come un eroe, facendo il suo dovere fino all’ultimo giorno. Lo chiamavano a tutte le ore del giorno. Anche quando si è avuta la percezione della facilità dei contagi, lui ha voluto sempre continuare la sua missione .”

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