Attualità

Coronavirus, il DPCM dell’irresponsabilità (cittadina o politica?)

Il premier Conte firma il DPCM dello scorso 26 aprile per l'inizio della Fase 2 in Italia

L’Italia ha finalmente deciso di riaccendere i motori delle proprie aziende: il premier Giuseppe Conte, infatti, in diretta tv ha annunciato lo scorso 26 aprile le linee guide della fase 2. Il tutto, però, con un avvertimento ben chiaro: «Non è un libera tutti». Il piano del governo, infatti, è quello di riaprire gradualmente «per convivere con il virus» per tenere sotto controllo la curva contagi. «Per non ammalarsi», inoltre, il premier spiega anche che la regola del «rimanere a casa e avvertire il medico» diventa più stringente. Il calendario descritto dal presidente del Consiglio prevede che già da questa settimana ripartano aziende strategiche, industriali e produttive che esportano all’estero. Dal 4 maggio, invece, si rimettono in moto le filiere manifatturiere e delle costruzioni, così come le università che termineranno comunque il semestre d’insegnamento con modalità telematiche.  Dobbiamo aspettare il 18 maggio per la riapertura di negozi e tutti gli altri esercizi commerciali di vendita all’ingrosso, musei ed allenamenti di squadra. Ultimi saranno i bar, i ristoranti ed i negozi per la cura personale che potranno riaprire la propria saracinesca a partire del prossimo 1 giugno. La scuola vedrà la luce soltanto a partire dal prossimo anno scolastico, ad eccezione dell’esame di maturità di quest’anno, che sarà svolto il prossimo 17 giugno. Il tutto, con rigoroso rispetto della distanza sociale, l’utilizzo delle mascherine sanitarie e l’implicazione dell’autocertificazione. Per la vita sociale bisognerà attendere: in assenza di un vaccino, infatti, sarà «impossibile e pericoloso» abbandonare le regole del distanziamento, nonostante la riapertura di parchi, possibilità di passeggiate in mare o montagna e la celebrazione di messe soltanto con familiari più stretti.

Reazioni politiche: da Salvini a Meloni, passando per Renzi

“Delusione” e “sconcerto” sono le parole maggiormente espresse dalla Lega di Matteo Salvini sulla Fase 2. «Dal governo nessuna risposta per imprenditori, artigiani e commercianti pronti a riaprire subito in sicurezza», ha affermato il segretario federale del Carroccio. «Molti settori e negozi così saranno costretti a chiudere», continua, ribadendo come sia arrivato il momento di «fidarci degli italiani». «Basta autocertificazione», la chiosa finale. Dello stesso parere la collega di opposizione, la segretaria di Fratelli d’Italia Giorgia Meloni, che afferma quanto Conte non «condivida le scelte su futuro con il Parlamento italiano», lasciando allo scuro tutti sulle scelte operate insieme alla task force nominata. «C’è il rischio che esploda una bomba sociale, ritrovandoci con un gigantesco problema di ordine pubblico», ha infine spiegato, sottolineando come presto la gente si rifiuterà di restare a casa «a morire di fame».

Il segretario federale della Lega, Matteo Salvini, e la leader di Fratelli d'Italia, Giorgia Meloni, in dissenso con le linee guida del DPCM per la Fase 2 in Italia

Il segretario federale della Lega, Matteo Salvini, e la leader di Fratelli d’Italia, Giorgia Meloni, in dissenso con le linee guida del DPCM per la Fase 2 in Italia

Spaccatura anche all’interno della maggioranza con un Matteo Renzi, leader di Italia Viva, pronto a battagliare per la «libertà di tutti che non vale meno della salute». «È un assurdo costituzionale» ha ribadito in un’intervista a la Repubblica, contestando le nuove misure del Governo per la Fase 2 dell’emergenza Covid-19.

Coronavirus e DPCM, De Luca: «Responsabilità o chiudo tutto»

Tra un «non sono consentiti party privati e ritrovi famigliari» e un «bisogna mantenere la distanza», il messaggio è stato recepito? A quanto pare no. Sul suolo nazionale gli attualmente positivi sono 105.812 (-290 rispetto a ieri), con un totale di 26.977 deceduti (+333) e 66.624 guariti (+1696), a fronte di 1.789.662 (+32.003) tamponi effettuati. In Campania, invece, i positivi al Covid-19 sono 4380 con 31 casi in più su 1839 tamponi effettuatati dall’inizio della pandemia. L’Unità di Crisi della Regione Campania ha comunicato il dettaglio dei tamponi esaminati: tra i più rilevanti spiccano l’Ospedale Cotugno di Napoli con 470 effettuati, di cui 9 positivi ed il Ruggi di Salerno con 523 tamponi di cui 4 positivi.

In Campania i positivi al Covid-19 nell’aggiornamento fatto dalla Unità di Crisi della Regione Campania alle ore 22,00 di ieri 27 aprile 2020

In Campania i positivi al Covid-19 nell’aggiornamento fatto dalla Unità di Crisi della Regione Campania alle ore 22,00 di ieri 27 aprile 2020

In questo clima di disordine psicologico ed informativo, il Presidente della Campania, Vincenzo de Luca, è immediatamente intervenuto per lanciare l’allarme sul mancato rispetto del distanziamento sociale dopo la prima giornata di allentamento delle restrizioni. «Oggi, lunedì 27 aprile, dopo molte settimane si è consentita la mobilità in due fasce orarie, dalle 6,30 alle 8,30 e dalle 19 alle 22», ha esordito De Luca, ribadendo quanto questa sia stata una misura presa solo per dare respiro alle famiglie con bambini. «Abbiamo verificato per strada un eccesso di persone senza mascherine, senza distanziamento sociale e con assembramenti pericolosi», ha continuato, sottolineando come in questo momento sia indispensabile il rispetto dell’ordinanza vigente che rende l’utilizzo delle prime due obbligatorio.

Il Lungomare Caracciolo, a Napoli, pieno dopo l'allentamento delle misure di contenimento per il Covid-19

Il Lungomare Caracciolo, a Napoli, pieno dopo l’allentamento delle misure di contenimento per il Covid-19

De Luca ha infine chiesto a Forze dell’Ordine e Polizie Municipali di «garantire il rispetto rigoroso dell’ordinanza», ribadendo che qualora mancasse il «senso di responsabilità da parte dei cittadini», si rischierebbe di «prolungare all’infinito l’emergenza e la sofferenza di tutti». Sempre da palazzo Santa Luca il governatore ha messo un punto anche sui “rimpatri” di tutti i campani bloccati fuori dalla regione: per costoro, infatti, la necessità di avvisare l’Asl e osservare la due settimane di isolamento presso la propria abitazione rimane condizione necessaria e vincolante.