E a fine gara, un cronista cosa va a chiedere a Gattuso? Cosa ne pensa dei disordini avvenuti durante la manifestazione di dissenso al lockdown avvenuta venerdì a Napoli. E che c’entra col calcio? In una conferenza stampa di calcio è errato allontanarsi dalle cronache di campo. E le cronache di campo dicono che il Napoli c’è, ha carattere, poi magari a volte pecca di cinismo, ma quando ci si mette, è dura per tutti. Volendo cercare il pelo nell’uovo, l’organico a disposizione di Gattuso è più variegato ma incompleto. Col 4-2-3-1, bisogna avere due centravanti, 2 sottopunta e 4 esterni offensivi. I due centravanti il Napoli ce li ha: Osimhen e Petagna. E magari pure Mertens. Il sottopunta, però, è uno solo: il belga. Difficile immaginare che gli altri attaccanti azzurri possano giocare dietro Osimhen e a protezione del centrocampo, a meno che non si utilizzi Zielinski in quel ruolo. Per quanto riguarda gli esterni d’attacco, il Napoli consta di Insigne, Politano e Lozano. Questi tre si possono anche alternare, ma sempre un attaccante esterno manca.
Ma dove può arrivare questo Napoli? Fa bene Gattuso a volare basso, specie dopo il KO interno in Europa League contro l’AZ. La gara col Benevento stava ripercorrendo esattamente la linea di quella giocata contro gli olandesi, con l’aggiunta della solita serie palo/traversa e il solitissimo rigore non dato da Doveri, ormai film già visto e rivisto. Ringhio deve gestire bene le forze fisiche ma soprattutto mentali, estraniando il Napoli dall’attesa dell’esito dei ricorsi avversi allo 0-3 a tavolino e al -1. È un macigno sulle spalle giocare con queste due situazioni, ma forse tenersi un po’ lontani dai riflettori farà bene. Mentre nelle trasmissioni nazionali continua il teatrino con le loro squadre (già le conosciamo, inutile ricordarle), c’è una squadra che fa i fatti in silenzio. Se questo aiuta i risultati, avanti così!