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Emergenza infermieri, Asl pronte a mandare solo un operatore con l’autista del 118

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NAPOLI. Soli. Un autista e un operatore. Senza medico, senza infermieri: pronti ad andare in trincea senza munizioni. Se questa del Covid è una guerra la nostra sanità sta mandando i suoi soldati allo sbaraglio. Nelle prossime ore la situazione potrebbe diventare ancora più grave visto l’Asl sta per deliberare una nuova modalità di intervento per il 118.

La carenza cronica di infermieri tra concorsi mai portati a termine e l’ecatombe di contagi obbligherà gran parte degli equipaggi a viaggiare senza infermieri (necessari nei reparti) ma con un solo Oss a supportare gli autisti e, nella migliore delle ipotesi, un medico. Una situazione che potrebbe creare ulteriori scompensi in un sistema ormai al collasso.

I motivi della scelta

Negli ultimi 30 giorni “quasi 7mila infermieri sono stati contagiati” dal coronavirus Sars-CoV-2. Il calcolo è del sindacato Nursing Up che spiega di aver “incrociato i dati dell’Istituto superiore di sanità e quelli dell’Inail”. Numeri “abnormi” per il presidente nazionale del Nursing Up, Antonio De Palma, che in una nota arriva a parlare di “ecatombe”.

 

E spiega come si è arrivati al dato sui contagiati: secondo l’Istituto superiore di sanità (Iss), riferisce De Palma, sono “14.321 gli operatori sanitari contagiati negli ultimi 30 giorni. Erano 12.719 solo nel giorno precedente. Questo vuol dire che in sole 24 ore abbiamo avuto 1.602 casi in più. Inail sostiene che sull’intero comparto sanità, gli infermieri sarebbero quasi il 50% (45,7%) degli infettati totali, perciò da sempre i più esposti al rischio. Non sbagliamo affatto, quindi – continua De Palma – indicando in 7mila circa gli infermieri che si sono ammalati solo nell’ultimo mese, cifre destinate a scardinare quelle della prima ondata Covid”.

 

A preoccupare De Palma è in particolare la difficile situazione in Campania: “I nostri referenti territoriali ci raccontano di una Campania allo stremo, 536 infermieri in un mese sono rimasti contagiati. Nella maggior parte dei casi dentro gli ospedali. Là, dove dovrebbero sentirsi al sicuro, vivono il caos di reparti accorpati, di colleghi senza formazione che provenendo da lunghe esperienze no Covid si trovano allo sbaraglio.

 

Per non parlare di strutture che sono diventate in pochi mesi aree Covid non avendo alcun requisito per sostenere il peso della trasformazione. Prima registravamo solo episodi allarmanti nella provincia di Napoli, ora a preoccupare sono anche Benevento e Caserta. Nel primo caso abbiamo un dilagare di contagi nelle strutture private, nel secondo ci raccontano di tensostrutture montate all’esterno degli ospedali perché i reparti Covid sono già saturi e gli infermieri sono allo stremo”.