Cronaca

Rifiuti delle discariche gettati in mare: trovate mazzette a casa di “Totore a’ Cachera”. I patti e le cifre

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MARCIANISE/ACERRA. Emergono nuovi ed importanti dettagli a proposito dell’inchiesta sulla corruzione legata alla depurazione dei fanghi. Tra il 2017 e il 2018 tonnellate di rifiuti che doveva essere smaltiti nelle discariche finivano in mare. E cio’, secondo la procura di Napoli, anche a causa di appalti ottenuti in cambio di tangenti pagate ai vertici dell’epoca della Sma Campania, la societa’ controllata al 100 % dalla Regione Campania che si occupa tra l’altro di risanamento ambientale e delle bonifiche.

 

La tecnica era semplice: l’affidamento diretto degli appalti, con la “somma urgenza” e quindi senza passare per fare pubbliche. Lavori che finivano sempre alle stesse aziende che facevano riferimento, secondo l’accusa, a Salvatore Abbate, detto ‘totore a’ cachera’. A casa sua i finanzieri hanno trovato un tesoro: mazzette di soldi che ancora non sono state conteggiate. Abbate viene definito dai pentiti un elemento per i clan Sarno, Mazzarella, Cuccuro e De Micco. Per i suoi affari ‘usava’ tre poliziotti che lo avrebbero informato in cambio di soldi. Luciano Passariello, ex presidente della Commissione d’inchiesta della Regione Campania era per la procura e il gip “un controllore che non controllava”.

 

 

Lorenzo Di Domenico, direttore generale “pro tempore” della Sma, e’ accusato di avere accettato la promessa di una tangente del 7% dell’importo pattuito per l’indebito affidamento con procedure d’urgenza dello smaltimento di 10 mila tonnellate di fanghi nei depuratori di Napoli Nord, Marcianise, Succivo, e Regi Lagni, comuni tra Napoli e Caserta. Agli arresti domiciliari anche Luigi Riccardi, che era il coordinatore degli impianti di depurazione della Sma Campania, direttore dell’impianto di depurazione di Napoli Est e all’epoca dei fatti anche dell’impianto di depurazione di Marcianise, in provincia di Caserta, per suo figlio Vincenzo, per Errico Foglia, direttore direttore dell’impianto di depurazione di Acerra, all’epoca dei fatti gestito dalla Sma. Tra febbraio e maggio 2018, Riccardi e Foglia hanno disposto lo smaltimento di ben 6mila tonnellate di fanghi che finiranno in mare.