Politica

Il sindaco de Magistris all’attacco: «Vaccinazioni a rilento, sono molto preoccupato. Solo propaganda di De Luca»

Luigi de magistris

NAPOLI. Il sindaco di Napoli Luigi de Magistri, in diretta su Radio Capital, non le manda sicuramente a dire a nessuno. In riferimento alla recente protesta dei commercianti, il primo cittadino fa sapere: «Sono molto preoccupato perché vedo che le vaccinazioni rispetto agli annunci sono in ritardo e rispetto alla situazione economica, a chi preme per riaprire, credo che bisogna mettersi nei panni dei commercianti, delle attività produttive che non vedono il cambio di passo.

 

Allo stesso tempo, però, è al cittadino che viene sempre chiesto di essere corretto perché altrimenti è un colpevole presunto. Il commerciante che fino ad ora ha rispettato le regole vede che i ristori non arrivano, si deve confrontare con colori che cambiano in continuazione, vede che le vaccinazioni non aumentano. Io non capisco perché gli approvvigionamenti non aumentano, perché non si avvia una produzione nazionale, perché non si interviene sui brevetti».

In riferimento alle vaccinazioni sulle isole, de Magistri attacca il suo ‘nemico’ politico Vincenzo De Luca: «E’ esclusivamente propaganda, una dichiarazione ad effetto. Del resto è la stessa persona che qualche giorno fa ha detto che vaccinerà tutti i campani con lo Sputnik sapendo che è un discorso del futuro e non del presente. La Corte costituzionale ha ribadito che in pandemia il coordinamento è dello Stato, è lo Stato che deve dire quali sono le persone che in via prioritaria devono essere vaccinate non può essere un presidente di Regione a decidere per far contenti quel determinato comparto o categoria quando poi abbiamo ancora gli anziani e i fragili che aspettano di essere vaccinati.

Una situazione che si verifica perché lo Stato non ha l’autorevolezza sufficiente per far rispettare le regole”. Per il sindaco ”i dati di oggi a livello nazionale sui contagi sono più incoraggianti ma il numero dei morti è terribile, è un bollettino drammatico. Dopo un anno, la svolta la devono dare i vaccini su cui c’è un ritardo clamoroso dell’Italia e dell’Europa. Sento parlare di guerra ma noi dobbiamo parlare di ricostruzione perché la guerra da questo punto di vista l’abbiamo già persa».