NAPOLI. Numerose segnalazioni giungono da tutta quanta la provincia di Napoli e descrivono un fenomeno, quello dei fuochi d’artificio, che sembra nuovamente fuori controllo. Si spara infatti a tutte le ore del giorno e della notte, arrecando un grande disturbo anche a quanti, al mattino presto, devono essere pronti a cominciare una nuova giornata di lavoro.
Ma cosa si cela dietro a questa pratica sempre più diffusa? I fuochi artificiali vengono utilizzati, ad esempio, per festeggiare la liberazione dei detenuti. Spesso vengono piazzati al centro della carreggiata, con conseguente interruzione della circolazione. E’ stato accertato l’utilizzo di articoli pirotecnici anche al fine di coprire i rumori di varie attività criminali in corso o per segnalare, agli spacciatori, l’arrivo di un carico di droga.
Perfino quando si spara soltanto per una semplice manifestazione di gioia, però, a farne le spese sono sempre i cittadini e non soltanto per la questione relativa all’inquinamento acustico. A cominciare dai rifiuti che ingombrano le strade, residui del materiale pirotecnico, i quali non di rado contengono materiale inesploso, pericolosissimo per la salute dei bambini, attratti dalla loro naturale curiosità.
I fuochi d’artificio, poi, rilasciano nell’aria ingenti quantità di pm10, le cosiddette ‘polveri fini’, nonché metalli estremamente dannosi per la salute dell’uomo e dell’ambiente, tra i quali zolfo, allumino, titanio, bromo, manganese, stronzio e piombo. Ma a cosa rischia, invece, chi ne fa un utilizzo al di là dei limiti segnati dalla legge?
Ogni città, in questo caso, fa storia a sé. Molto spesso i divieti sono rigidi soltanto in occasione delle festività in cui il fenomeno sfugge più facilmente di mano, come ad esempio il Capodanno, quando i trasgressori vanno incontro a multe fino a 500 euro. Forse è proprio la scarsa chiarezza della pena prevista a incentivare un fenomeno che, ogni anno, provoca decine di morti e migliaia di incidenti di diversa entità.
