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Rincari post virus, pane alle stelle. I forni si difendono: “Colpa della farina”

pane

NAPOLI. Ad aggravare la crisi economica in corso, esacerbata dallo sforzo della lotta contro la pandemia, arriva l’aumento di uno dei generi alimentari di maggiore consumo: il prezzo del pane è alle stelle.

E’ in programma, infatti, un incontro tra i panificatori. Il tema sarà, per l’appunto, il rincaro dei prezzi, al quale si dovrà cercare, tutti insieme, di far fronte. L’appuntamento è fissato per domattina alle ore 11 nell’aula del Consiglio Regionale della Campania.

Francesco Emilio Borrelli, consigliere regionale tra le file di ‘Europa Verde’, nonché presidente della commissione regionale Agricoltura, si fa portavoce dei panificatori di Napoli: “Sale il costo di farina e grano e il prezzo del pane rischia di raddoppiare.”

L’aumento dei costi, dunque, riguarderebbe tanto il consumatore quanto il produttore, e la questione non è soltanto napoletana o della Campania. A Milano, infatti, nelle ultime settimane si sono superati i 4 euro per una singola pagnotta. Leggermente migliore la situazione a Roma e a Palermo: rispettivamente stabili sui 2,63 e 2,95 euro.

Il rincaro dei prezzi del pane, però, non dipende soltanto dall’aumento del costo delle materie prime. Le bollette dell’energia e del gas sono diventate via via sempre più salate, obbligando i panificatori a delle spese aggiuntive che non possono non riversarsi sul prodotto destinato al consumatore.

Di questo passo si rischia seriamente di assistere ad un non troppo distante collasso dell’intero settore. Il pane, poi, nonostante il prezzo in continuo rialzo, resta il prodotto alimentare più consumato a Napoli e in tutta la ragione. L’abbondanza della domanda, dunque, non agevola di certo una diminuzione dei costi.

Poche settimane fa, l’Assopanificatori, l’associazione in cui confluiscono i produttori di pane e i pasticceri, aveva già lanciato l’allarme: “Abbiamo avuto un’estate calda sul fronte prezzi per il frumento, ma ci preoccupa per l’autunno la previsione di un incremento anche per burro, olio, farine e lieviti”.