Cronaca

Mancano 2 milioni dalla cassa del comando, la scoperta dopo il pensionamento del carabiniere indagato

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NAPOLI. Le indiscrezioni parlano di due milioni di euro sottratti a piccole dosi, nel giro di molti anni, ma le verifiche contabili sono ancora in corso ed agli atti dell’inchiesta sull’ammanco dalla cassa del Comando Legione Carabinieri Campania non ci sarebbe una cifra definitiva.

 

Suscita sconcerto nell’Arma la notizia dell’indagine per peculato militare a carico di un carabiniere in pensione, che a lungo avrebbe ricoperto un ruolo significativo nei quadri amministrativi della caserma Salvo d’Acquisto, sede del comando regionale: un uomo che i colleghi ritenevano al di sopra di ogni sospetto, e che ora deve difendersi dall’accusa di aver sottratto ingenti somme dai conti cui, per le sue mansioni, avrebbe avuto facile accesso. Dal Comando Legione Campania, retto da poco più di un mese dal generale di brigata Antonio Jannece, non viene alcun commento sull’accaduto.

La scoperta dopo il pensionamento del militare indagato

Si sa che la denuncia dell’ammanco è venuta dall’interno, dopo il pensionamento del militare indagato: chi lo ha sostituito si sarebbe accorto di alcune anomalie, e scavando a fondo è emerso un ‘buco’ tale da stupire gli stessi esperti contabili chiamati a ricostruire anni e anni di fatture, bonifici, versamenti. Un lavoro complesso e delicato, supervisionato dalla Procura militare cui spetta l’inchiesta sul presunto peculato. I controlli vanno avanti da settimane, e solo ora è trapelata la notizia. A carico dell’indagato non risulta per ora alcuna misura cautelare, e sembra che l’uomo abbia già fornito agli inquirenti la propria versione sull’accaduto, respingendo ogni addebito.

Sconcerto nel comando

Chi lo conosce lo descrive come persona seria e responsabile, e ciò non fa che accrescere lo stupore e il disagio per la vicenda. Se le accuse fossero confermate si tratterebbe di un caso senza precedenti per l’Arma, e ovviamente il Comando generale, subito informato dell’inchiesta, segue con la massima attenzione gli sviluppi del caso. Gli accertamenti tecnici sulla contabilità accumulata in anni e anni negli uffici di via Salvatore Tommasi sono volti a ricostruire i flussi del denaro in uscita, per capire dove siano finite le somme ‘distratte’ dalle finalità istituzionali, ma soprattutto i meccanismi che abbiano permesso l’elusione dei controlli per un periodo così lungo. Non si esclude che da queste verifiche possano emergere ulteriori responsabilità, qualora ad esempio la sottrazione del denaro fosse avvenuta attraverso false fatturazioni. Ma sui dettagli poco o nulla trapela, se non la volontà dei magistrati militari e dell’Arma di fare al più presto completa chiarezza. In caso di condanna per peculato, il codice penale militare prevede una pena da due a dieci anni di reclusione.