Cronaca

Foto dei bimbi rubate, 5 arresti per pedofilia: nella chat dell’orrore un dipendente del Comune

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NAPOLI. Cinque persone attive su una nota piattaforma di messaggistica sulla quale si scambiavano contenuti con materiale pedopornografico sono state arrestate dalla Polizia di Stato. Gli arrestati, tra l’altro, avevano creato un gruppo chiuso, denominato ‘Famiglie da Abusi’.

L’indagine, coordinata dal Servizio Polizia Postale e delle Comunicazioni attraverso il Centro Nazionale di Contrasto alla Pedopornografia Online (C.N.C.P.O.), ha avuto inizio da uno scambio info-investigativo di carattere internazionale, che ha fatto perno sui rapporti in essere da anni con altri organismi investigativi delle forze di polizia estere, e è stata condotta in piena sinergia investigativa dai Compartimenti di Roma, Bologna, Milano, Napoli e Catania. Gli operatori della Postale sono riusciti a compiere un’identificazione “a catena” dei sodali, consistita nella progressiva evidenziazione di tutte le tracce informatiche di volta in volta raccolte, grazie a cui si è ricostruita nella sua completezza la struttura del gruppo criminale.

Indagato dipendente comunale

Ci sono anche due napoletani tra le persone coinvolte nella indagine della Polizia di Stato su un giro di pedopornografia on line. Si tratta di un dipendente del Comune partenopeo, denunciato a piede libero perché detentore di materiale pedopornografico ma, si legge in una nota della Polizia postale, estraneo alla produzione di contenuti sessuali ritraenti minori.

Arrestato invece un napoletano, membro del gruppo chiuso denominato ‘Famiglie da abusi’, poco più che trentenne: nel corso della perquisizione, eseguita congiuntamente dagli operatori del Compartimento di Napoli e di quello di Bologna su delega dell’Autorità giudiziaria felsinea, gli investigatori hanno rinvenuto circa 200 file pedopornografici, oltre a diretti riscontri della partecipazione dell’indagato alla chat, dove pubblicava foto carpite dalla quotidiana vita familiare, compresa quella di un neonato. L’uomo è finito in manette per detenzione di ingente quantitativo di materiale pedopornografico.