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Gomorra 5, gli effetti sull’industria napoletana: investiti 60 milioni di euro

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NAPOLI. Si è giustamente tanto parlato dei meriti di Gomorra 5, e di tutta quanta Gomorra – La serie, per quanto riguarda la qualità del racconto e la sua capacità di tenere incollati al teleschermo milioni di telespettatori in tutto il mondo. Si è trattato di un fenomeno dalla potenza straordinaria non soltanto sul territorio nazionale (serie televisiva più vista di sempre): per la prima volta, o quasi, un lavoro interamente italiano ha saputo conquistare il mercato estero.

Merito sicuramente dell’idea vincente che c’era già alla base dell’omonimo romanzo di Roberto Saviano, del talento degli attori selezionati dalla produzione, della qualità della sceneggiatura, ma anche dei grandi investimenti. Il fondatore di Cattleya Riccardo Tozzi, in una intervista di qualche tempo fa, ci ha fornito delle cifre che ci permettono di valutare l’importanza del lavoro svolto anche in termini economici: “Considerando le cinque stagioni e il film ‘L’immortale’, parte integrante del progetto, il valore complessivo della produzione è di 100 milioni, 40 dei quali da apporti esteri: un livello di esportazione altissimo. Di quei 100 milioni, circa 60 sono andati al territorio napoletano.

E’ così che Napoli, grazie a Gomorra, è riuscita a diventare il secondo polo italiano, dopo quello di Roma, per la produzione nel campo dell’audiovisivo: “All’inizio la troupe era formata soprattutto a Roma, poi abbiamo utilizzato sempre di più la componente locale. Indirettamente, abbiamo fatto un’attività di formazione. Gomorra ha dimostrato che a Napoli si potevano girare molto bene cose complesse. Oggi possiamo dire che, dopo Roma, questo è il più grande centro di produzione d’Italia”. Un processo di crescita che di certo in città era cominciato molti anni fa, grazie al successo nazionale di ‘Un posto al sole’, ma che soltanto grazie a Gomorra – La serie ha potuto fare il definitivo salto di qualità.