SANT’ANTONIO ABATE. «Il sindaco si faccia i c.. suoi, la smetta di fare il ‘carabiniere’, altrimenti può succedere qualcosa ai suoi figli». Per imporre il racket del suo gruppo criminale, l’aspirante boss di un nuovo clan di camorra sarebbe giunto a minacciare la prima cittadina di Sant’Antonio Abate, Ilaria Abagnale, facendole recapitare un messaggio a dir poco inquietante, che lei ha subito deciso di denunciare.
Gli arrestati, ci sono anche 4 indagati
Ieri mattina, i carabinieri del nucleo investigativo di Torre Annunziata hanno eseguito un’ordinanza di custodia cautelare in carcere, emessa dal gip del tribunale di Napoli su richiesta della Direzione distrettuale Antimafia (procuratrice Rosa Volpe, aggiunto Sergio Ferrigno, sostituto Giuseppe Cimmarotta) nei confronti di due persone accusate di alcuni episodi di estorsione aggravata dal metodo mafioso e di tentata violenza privata aggravata. In carcere sono finiti Luigi Verdoliva, 30enne di Sant’Antonio Abate ritenuto dall’Antimafia il boss di un clan nascente proprio nell’hinterland stabiese e già arrestato l’estate scorsa per la detenzione di una pistola, e Giovanni Sullo, 43enne soprannominato ‘Tyson’, accusato di essere il vero e proprio esattore del pizzo e suo braccio operativo. Restano indagati a piede libero altri quattro uomini.