Assolto dall'accusa di tentata estorsione aggravata

Tangente per lavori all’ospedale, operaio assolto

Era stato accusato di avere chiesto il pizzo per conto del clan

tribunale giudiziaria

Calvizzano. “Il fatto non sussiste”: è così che il Tribunale di Napoli Nord ha assolto Luigi Abbate, l’operaio 60enne di Calvizzano (Napoli) che, secondo gli inquirenti, per conto del clan Pezzella aveva chiesto, insieme con altre due persone, il pizzo all’imprenditore titolare della società che stava eseguendo dei lavori di ristrutturazione nell’ospedale San Giovanni di Dio di Frattamaggiore. I giudici hanno accolto le richieste degli avvocati Alfredo Sorge e Caterina Mondillo e assolto dall’accusa di tentata estorsione aggravata l’imputato per il quale il pubblico ministero aveva chiesto nove anni di reclusione.

Disposta anche la scarcerazione di Abbate, che era detenuto a Secondigliano da quasi un anno. “Siamo soddisfatti dell’esito del processo –
hanno dichiarato gli avvocati Sorge e Mondillo – che ha potuto accertare l’insussistenza di ogni addebito. Evidenziata la correttezza lavorativa di Abbate che, è stato accertato, ha svolto i suoi compiti lavorativi di preposto alla manutenzione degli impianti dell’ospedale in maniera integerrima, nell’interesse della sicurezza dei lavoratori e dei pazienti del nosocomio di Frattamaggiore”. Abbate venne arrestato dai carabinieri all’inizio del marzo 2022, nell’ambito di un’indagine anticamorra della Direzione distrettuale Antimafia di Napoli.

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