Un vero attacco al fortino

Sotto processo gli occupanti abusivi appartenenti ai clan

Ad Arzano vince la legge dello Stato

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Arzano. Ad Arzano sono finiti sotto processo, presso la Procura della Repubblica presso il Tribunale di Napoli Nord, gli occupanti abusivi degli alloggi popolari appartenenti al clan Amato-Pagano dopo le dettagliate informative della polizia locale comandata dal colonnello Biagio Chiarello.

 

Il lavoro della squadra di Chiariello, un vero attacco al fortino dove si rifugiavano diversi clan collegati all’area di Secondigliano, Afragola, Caivano, Arzano, Melito, Frattamaggiore, è cominciato qualche anno fa ed ora sta dando i frutti sperati. Grazie al censimento occupanti con descrizione delle aree, degli abusi edilizi, delle morosità con centinaia di migliaia di euro non corrisposti per canoni al municipio, si stanno effettuando gli sgomberi e riassegnando gli alloggi a chi ne ha veramente diritto.

 

La polizia locale aveva anche rimosso delle lamiere di recinzione degli spazi condominiali utilizzati a copertura delle zone di spaccio, e dei cancelli sui terrazzi dove avvenivano i summit e demolito delle case dove abitava uno dei reggenti degli scissionisti. Senza contare quello è stato atto anche un colpo alla casse delle cosche, all’economia delle famiglie con redditi di cittadinanza revocati, residenze bloccate, zone di spaccio sottratte. Infatti senza residenza, lì da anni concessa in immobili abusivi, non si può chiedere il reddito di cittadinanza, un bonus dello Stato e altri benefici.

 

“Quello di Arzano deve essere un modello da applicare a tutto il nostro territorio lì dove i clan controllano e gestiscono le occupazioni abusive degli alloggi popolari facendoli diventare le residenze degli affiliati, quelle dei latitanti e assegnandoli, dietro compensi, a persone di loro gradimento. “- dichiara il deputato dell’alleanza Verdi-Sinistra Francesco Emilio Borrelli che ora vive sotto scorta proprio per aver denunciato le occupazioni abusive gestite ai clan a Pizzofalcone– “I risultati ottenuti grazie al lavoro del comandante Chiariello, che stimiamo da sempre per il suo impegno, la sua determinazione ed il suo coraggio, minacce e intimidazioni non lo hanno mai fermato, ed i suoi uomini dimostra che quando si vuole si riesce a centrare l’obbiettivo ea a far prevalere la legge dello Stato.”.

 

“Chi combatte i clan, i soprusi da essi perpetrati e la legge della violenza che dettano sui territori dei riferimenti, non va né abbandonato né isolato, né dalle Istituzioni stesse né dal popolo. Solo quando si è ‘soli ‘ si rischia di diventare un bersaglio dei camorristi. “-ha concluso Borrelli.