Il 17enne si è presentato dai carabinieri accompagnato dal suo avvocato

Agguato a Sant’Anastasia: fermati un 19enne ed un 17enne legati ad una cosca

Il cerchio si stringe

Generico maggio 2023

Sant’Anastasia. Per l’agguato a Sant’Anastasia, in cui sono rimasti feriti una bambina di 10 anni, colpita alla testa, ed i suoi genitori, tutti estranei agli ambienti criminali, ci sono stati due fermati un 19enne ed un 17enne.

Il maggiorenne, arrestato per primo, ha precedenti per detenzione di armi e stupefacenti. E’ residente a Somma Vesuviana e il padre, nel 2014, fu raggiunto da un provvedimento cautelare in quanto ritenuto affiliato al clan camorristico D’Avino, operante proprio sul territorio di Somma Vesuviana.

Il 17enne si è presentato dai carabinieri accompagnato dal suo avvocato quando già era spiccato per lui un provvedimento di fermo. Il padre fu ucciso in un agguato di camorra a Somma Vesuviana. Anche quest’ultimo era legato ai D’Avino.

Secondo le ricostruzioni degli inquirenti, l’agguato sarebbe stata una sorta di vendetta meditata dopo che i due giovani erano stati cacciati dal bar, verso i quali sono stati indirizzati i colpi di mitra, poco prima.

 

”Il cerchio si stringe. Ci auguriamo che a stretto giro si riescano a ricostruire tutte le dinamiche e che i colpevoli vengano condannati duramente per tentata strage e che si verifichi la provenienza delle armi. Dato che entrambi, anche per questioni familiari, sono legati al Clan D’Avino, magari è stato proprio esso a consegnare le ormai ai due.”- dichiara  il deputato dell’alleanza Verdi-Sinistra Francesco Emilio Borrelli, che sin dalla notte sta seguendo la vicenda anche per sincerarsi delle condizioni della bambina ferita e anche durante la notte è stato all’ospedale Santobono.

 

“In questa vicenda, forse per la prima volta, è saltato il muro di omertà e c’è stata piena collaborazione della cittadinanza con diversi testimoni che hanno fornito preziose informazioni agli inquirenti. “- prosegue il deputato- “E’ il segno di una mentalità che sta finalmente evolvendosi? Lo vedremo. Spiego: Ora diverse comunità cittadine si sono strette attorno alla famiglia colpita dai proiettili. Noi stessi daremo vita, tramite la nostra portavoce territoriale Ines Barone, ad una manifestazione a Sant’Anastasia. Ma questa repulsione collettiva nei confronti della camorra deve poi proseguire ad oltranza, perché soltanto se la si smetterà di trovare giustificazioni, come del tipo ‘finché si ammazzano tra loro…’,  di voltare la testa dall’altra parte, di accettare il fenomeno camorristico come un vestito culturale di cui  non siamo capaci di disfarci altrimenti resteremmo nudi, di ragionare soltanto per impulsi emotivi pensando che i clan esistano solo quando sparano,  la cultura della camorra e dell’omertà potranno essere cancellate dalla nostra terra”.

 

“Se è difficile mandare giù che il popolo si ribelli soltanto in base agli impulsi emotivi, è inaccettabile che lo faccia lo Stato. Esso ha l’obbligo di combattere le mafie in ogni sede, con ogni mezzo e in ogni stagione, anche sostenendo e tutelando chi da sempre è impegnato nella lotta contro la criminalità organizzata.”- ha concluso Borrelli.

, in cui sono rimasti feriti una bambina di 10 anni, colpita alla testa, ed i suoi genitori, tutti estranei agli ambienti criminali, ci sono stati due fermati un 19enne ed un 17enne.

 

Il maggiorenne, arrestato per primo, ha precedenti per detenzione di armi e stupefacenti. E’ residente a Somma Vesuviana e il padre, nel 2014, fu raggiunto da un provvedimento cautelare in quanto ritenuto affiliato al clan camorristico D’Avino, operante proprio sul territorio di Somma Vesuviana.

 

Il 17enne si è presentato dai carabinieri accompagnato dal suo avvocato quando già era spiccato per lui un provvedimento di fermo. Il padre fu ucciso in un agguato di camorra a Somma Vesuviana. Anche quest’ultimo era legato ai D’Avino.

Secondo le ricostruzioni degli inquirenti, l’agguato sarebbe stata una sorta di vendetta meditata dopo che i due giovani erano stati cacciati dal bar, verso i quali sono stati indirizzati i colpi di mitra, poco prima.

 

”Il cerchio si stringe. Ci auguriamo che a stretto giro si riescano a ricostruire tutte le dinamiche e che i colpevoli vengano condannati duramente per tentata strage e che si verifichi la provenienza delle armi. Dato che entrambi, anche per questioni familiari, sono legati al Clan D’Avino, magari è stato proprio esso a consegnare le ormai ai due.”- dichiara  il deputato dell’alleanza Verdi-Sinistra Francesco Emilio Borrelli, che sin dalla notte sta seguendo la vicenda anche per sincerarsi delle condizioni della bambina ferita e anche durante la notte è stato all’ospedale Santobono.

 

“In questa vicenda, forse per la prima volta, è saltato il muro di omertà e c’è stata piena collaborazione della cittadinanza con diversi testimoni che hanno fornito preziose informazioni agli inquirenti. “- prosegue il deputato- “E’ il segno di una mentalità che sta finalmente evolvendosi? Lo vedremo. Spiego: Ora diverse comunità cittadine si sono strette attorno alla famiglia colpita dai proiettili. Noi stessi daremo vita, tramite la nostra portavoce territoriale Ines Barone, ad una manifestazione a Sant’Anastasia. Ma questa repulsione collettiva nei confronti della camorra deve poi proseguire ad oltranza, perché soltanto se la si smetterà di trovare giustificazioni, come del tipo ‘finché si ammazzano tra loro…’,  di voltare la testa dall’altra parte, di accettare il fenomeno camorristico come un vestito culturale di cui  non siamo capaci di disfarci altrimenti resteremmo nudi, di ragionare soltanto per impulsi emotivi pensando che i clan esistano solo quando sparano,  la cultura della camorra e dell’omertà potranno essere cancellate dalla nostra terra”.

 

“Se è difficile mandare giù che il popolo si ribelli soltanto in base agli impulsi emotivi, è inaccettabile che lo faccia lo Stato. Esso ha l’obbligo di combattere le mafie in ogni sede, con ogni mezzo e in ogni stagione, anche sostenendo e tutelando chi da sempre è impegnato nella lotta contro la criminalità organizzata.”- ha concluso Borrelli.

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