Il video

Corteo di moto, palloncini e sfilate per commemorare il boss ucciso

Al Conocal

Generico giugno 2023

Nel pomeriggio dello scorso 5 giugno al Rione Conocal di Ponticelli è stato celebrato un boss di camorra ucciso durante un agguato lo scorso 5 maggio.
Palloncini, sfilate e cortei di moto hanno reso omaggio al ras del quartiere Vincenzo Costanzo, appartenente al clan D’Amico, in occasione del trigesimo della morte.

A denunciare quel che è accaduto al Conocal è stata la giornalista Luciana Esposito che ha anche pubblicato uno dei video caricati su Tik ToK dai protagonisti dei festeggiamenti.

“Quelle che vedete non sono scene di “Gomorra”, ma il corteo-tributo andato in scena ieri pomeriggio nel Conocal di Ponticelli, in occasione del trigesimo di Vincenzo Costanzo, il ras del rione ucciso in un agguato di camorra lo scorso 5 maggio, durante i festeggiamenti per la vittoria del terzo scudetto del Napoli.”-ha scritto la Esposito sui propri profili social- “Un fragoroso corteo di moto e scooter ha marcato il controllo del territorio, decine di persone hanno sfilato tra le strade del rione indossando delle t-shirt bianche sulle quali era stampato il volto di Costanzo, il consueto volo di palloncini bianchi, una foto di Costanzo racchiusa in una grossa cornice portata in gloria come un trofeo, uno stendardo. Il frastuono degli scooter, gli applausi e la sguaiata irriverenza della camorra.”.

“La non-cultura della violenza, della sopraffazione, dei guadagni facili, cioè quella della camorra, si guadagna sempre più spazi all’interno del nostro territorio, della nostra società. Questo perché per decenni si è sottovalutato il problema, in alcune città ancora lo si fa, dove persino i sindaci negano la presenza della criminalità organizzata nonostante le evidenze. La negazione, l’omertà, lo Stato voltato dal altre parte, il disagio sociale, sono stati da sempre l’humus che ha alimentato la radicalizzazione della camorra e dei suoi effetti culturali e sociali.”- dichiara il  deputato dell’Alleanza Verdi-Sinistra Francesco Emilio Borrelli- “ I social, poi, utilizzati in un certo modo sono diventati cassa di risonanza della mentalità criminale che ha fatto breccia, più che nel passato, nelle menti di tantissimi giovani delle realtà difficili che, affascinati dal ‘potere’ dei boss e inibiti alla legalità dalla mancanza di opportunità, scelgono sempre più la strada della delinquenza. Il nostro Osservatorio su Tik Tok mostra quanto sia forte per i clan il potere dei social network per reclutare nuove leve, fare propaganda e lanciare messaggi ai rivali e allo Stato. Se non si sradicano le radici del male camorristico, anche smantellare interi clan sarà del tutto inutile. La camorra è come un tumore che si rigenera. Tutti siamo chiamati a rispondere con la cultura della legalità”.

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