Il processo e la "svolta"

Sparatoria agli chalet, scontro tra le bande sui social. I messaggi: “Vi tagliamo la testa”

Le minacce social

Francesco Pio Maimone

Napoli: Lo scontro tra giovani, appartenenti a famiglie malavitose, fuori lo chalet di Mergellina che è culminato, la notte del 20 marzo, con la morte di un innocente, Francesco Pio Maimone, è proseguito sui social a colpi di post: “Mergellina zona rossa per tutti voi di Barra”, “non fatevi trovare voi di Barra… vi tagliano la testa” e anche post con frasi auto esaltatorie corredate con la foto di Al Pacino mentre interpreta Scarface.

La testimonianza

A spiegarlo, oggi, al processo che vede alla sbarra il presunto assassino, il ventenne Francesco Pio Valda, e un gruppo di suoi parenti e amici, sono stati gli investigatori della Squadra Mobile di Napoli che, coordinati dalla Dda (pm Antonella Fratello) si sono occupati dell’analisi dei video raccolti dai sistemi di video sorveglianza acquisiti a Mergellina, luogo dove avvenne l’omicidio.

Lo scontro virtuale vede fronteggiarsi il gruppo riconducibile alle famiglie Valda e Aprea e i ragazzi provenienti dal rione Traiano e dal quartiere Soccavo.

Nei post pubblicati sui social dopo l’arresto di Francesco Pio Valda sono in molti a manifestargli solidarietà e, in alcuni messaggi, emerge anche l’indifferenza nei confronti dell’eventualità di una condanna alla massima pena: “brindiamo all’ergastolo”.

L’udienza

L’udienza di oggi, nell’aula 115 del Nuovo Palazzo di Giustizia è stata caratterizzata dall’esame degli investigatori e dei video che hanno consentito di ricostruire l’intera vicenda: dall’origine della rissa, all’omicidio e alla fuga del presunto responsabile aiutato dai suoi amici.

Nei video, inoltre, Francesco Pio Valda, viene immortalato mentre si allontana tenendo il braccio teso verso il basso, come se avesse qualcosa tra le mani, che poi consegna a una delle donne che lo carico in auto, un oggetto che poi, sempre secondo quanto emerge dalle immagini, viene riposto nella vettura, una Fiat 500.

“Territorio di scontri”

“Come noi denunciamo da anni, Mergellina, in particolare la zona degli chalet, è territorio di scontri tra gruppi di giovani criminali. Le risse sono all’ordine del giorno e queste spesso culminano con coltellate o, addirittura, sparatorie.

È l’evoluzione di una situazione maturata a partire dagli anni ’80. Prima molti chalet erano frequentati da camorristi e criminali di rango che si incontravano per discutere di affari e strategie e per mostrarsi alla città nel loro lusso.

Oggi i giovani hanno preso il posto dei vecchi boss, quelli finiti in carcere a scontare pene a vita o lunghe detenzioni, e hanno portato una nuova mentalità, più disordinata e violenta.

Per loro più che il lusso, le auto e gli orologi, ciò che va mostrato agli altri è proprio la violenza, simbolo e condizione necessaria per il potere. Così le bande rivali si danno appuntamento in zone neutre per regolare i conti e spesso, come in questo caso, ci va di mezzo una vittima innocente.

“La svolta”

Si è arrivati a questo perché la situazione per molto tempo è stata presa sottogamba e così le baby-gang, agendo sempre più impunemente, hanno preso il potere e conquistato ampie porzioni della città e reso Mergellina ‘zona rossa’. Il Prefetto deve intervenire, proprio a partire da Mergellina, ostaggio di criminali che, seppur giovanissimi, sono molto pericolosi e imprevedibili.

Ci auguriamo che il processo per l’omicidi di Maimone, oltre a condannare l’assassino, porti ad una svolta contro la deriva violenta delle baby-gang”- queste le parole del deputato dell’alleanza Verdi-Sinistra Francesco Emilio Borrelli