Via al processo di secondo grado

Ucciso per un parcheggio, parte il processo di secondo grado. La richiesta: “La corte riveda la sentenza”

Ucciso per un parcheggio

lite

Napoli: Parte il processo di secondo grado per l’omicidio di Maurizio Cerrato, ucciso per un parcheggio. Borrelli: “la Corte riveda la sentenza emessa in Assise. 23 anni sono una condanna ridicola per questi assassini, devono marcire in galera a vita.

L’assassinio di Maurizio è la conseguenza di un fenomeno camorristico mai combattuto.”

Il processo di secondo grado

Oggi, davanti alla Corte di Assise di Appello di Napoli è iniziato il processo di secondo grado per l’omicidio di Maurizio Cerrato che vede, così come in primo grado quattro imputati, tutti condannati dalla Corte di Assise a 23 anni di reclusione.

Cerrato, dipendente degli Scavi di Pompei, venne ucciso il 19 aprile del 2021 al culmine di una lite nella quale il 60enne aveva provato a difendere la figlia per un posto auto.

All’appello degli imputati, due collegati in videoconferenza dalle carceri dove sono detenuti e gli altri due, uno dietro le sbarre e l’ultimo, anziano e ai domiciliari, con problemi di deambulazione (seduto in fondo all’aula all’altro capo della stessa panca dove è seduta la famiglia della vittima) è seguita la costituzione delle parti civili da parte del Comune di Torre Annunziata e della Fondazione Polis.

Il Giudice ha poi illustrato le motivazioni della sentenza e, a seguire, i motivi che hanno portato alla presentazione dell’istanza di appello da parte del pm e anche dei legali dei condannati.

La richiesta di assoluzione

Perplessità mista a dolore sono stati manifestati dalla moglie di Cerrato, presente in aula insieme con la figlia Maria Adriana Cerrato (entrambe difese come in primo grado dall’avvocato Giovanni Verdoliva), rimasta coinvolta nell’aggressione che portò all’omicidio del padre, in relazione alla richiesta di assoluzione avanzata dagli avvocati degli imputati: “Certamente mio marito non ha afferrato un coltello e si è autoinflitto la coltellata che l’ha ucciso”.

“Condanna ridicola”

Al termine dell’udienza il giudice ha fissato un programma delle prossime tappe del processo che riprenderà il 10 giugno con la requisitoria del sostituto procuratore generale e con le conclusioni degli avvocati di parte civile.

“Ci uniamo all’appello di Gaetana Sorrentino e Adriana Cerrato, 23 anni sono una condanna ridicola”- commenta così il deputato dell’alleanza Verdi-Sinistra Francesco Emilio Borrelli- “Chi ammazza a sangue freddo un uomo davanti agli occhi di sua figlia, da lui difesa, per un posto auto, è un individuo violento, instabile, pericoloso, sprezzante della vita umana che non può essere riabilitato in 23 anni.

Soprattutto, l’entità di tale sentenza non rende giustizia alla famiglia della vittima e a chiunque abbia subito violenze e prepotenze e sia finito nel mirino di assassini senza scrupoli.

Solo il fine pena mai può, in parte, restituire serenità ai Cerrato, che comunque dovranno convivere vita natural durante con il proprio dolore, ed essere una giusta punizione per gli assassini.

Ci auguriamo, e ci faremo sentire a gran voce il più possibile, che la Corte di secondo grado emetta la sentenza di ergastolo.

“Fenomeno che denunciamo da anni”

Quello dei posti auto in strada, occupati abusivamente, illegittimamente e con la prepotenza, è un fenomeno che denunciamo da anni nonostante le risatine alle spalle di coloro per i quali nulla mai è importante e grave.

L’omicidio di Cerrato, seppur evento drammatico e sfuggito al controllo, è solo la punta dell’iceberg delle conseguenze di un fenomeno che è una vera e propria camorra, in senso lato ed in senso stretto.”