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Pizzaioli napoletani al Nord nella morsa del Coronavirus: l’ora più dura dopo il boom

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NAPOLI (Chiara Castaldo). La pizza napoletana è arte. I pizzaioli napoletani hanno “colonizzato” il mondo intero aprendo attività in molteplici aree, così da deliziare chiunque con questa specialità.  È infatti possibile gustare una bella pizza anche  di fronte al Duomo di Milano ma anche in altre aree del Nord Italia. Dai nomi storici come Gino Sorbillo agli emergenti come Nanni Arbellini, protagonista dell’iniziativa delle pizze gratis agli infermieri in prima linea, tanti hanno trovato in Lombardia la “terra promessa” della pizza.

 

Tuttavia il successo ottenuto ha incontrato una battuta d’arresto in queste ore a causa del Coronavirus che sta progressivamente declassando l’economia italiana. Tra i settori colpiti si annoverano le compagnie aeree, le imprese commerciali, la ristorazione e dunque la tanto amata pizza napoletana. Gli imprenditori che hanno coraggiosamente investito in territori lontani da quelli di origine  si trovano in difficoltà; non solo gli abitanti della “zona rossa”, ma anche i milanesi non stanno vivendo appieno la loro quotidianità fatta di cene fuori e momenti di convivialità.

 

I locali, un tempo stracolmi di gente, sono ormai vuoti. Il rischio di crisi attanaglia non solo il Nord Italia ma anche il meridione , ove Capri, Positano e Sorrento lanciano l’allarme “due settimane così e sarà crisi vera”. Per il momento si registrano cali nel settore economico, non si può parlare propriamente di crisi ma la situazione è fortemente dinamica. Nonostante il temporaneo ostacolo la storia della pizza napoletana continua il suo corso e si spera di ritornare presto alla quotidianità. Si moltiplicano le iniziative per invogliare la gente a ripopolare quei locali che rappresentano l’enclave della nostra Campania al Nord: non arrendiamoci. “Fatte ‘na pizza e crescerai più forte nessuno. Nessuno più ti fermerà.” cantava Pino Daniele 30 anni prima del Coronavirus.

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