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Tra addii e infortuni il campionato è volto al termine

SSC Napoli v Benevento Calcio - Serie A

NAPLES, ITALY – SEPTEMBER 17: Supporters of SSC Napoli cheer their team after the Serie A match between SSC Napoli and Benevento Calcio at Stadio San Paolo on September 17, 2017 in Naples, Italy. (Photo by Francesco Pecoraro/Getty Images))

EDITORIALE DI MARCO STILETTI- Campionato in archivio: termina anche l’ultima giornata, il Napoli batte la Lazio e supera quota 60 punti, appena uno in più rispetto al campionato 2011-12, che fino a quest’anno era ricordato con la peggior media punti finale delle ultime otto stagioni. Fabian, rigore di Insigne, che si fa male e rischia di saltare il Barcellona, e Immobile che agguanta Higuain nel mezzo; quindi Politano, nel recupero, dopo una bella triangolazione con Mertens, chiude definitivamente i conti: Napoli-Lazio (3-1) non è stata una gara spettacolare, al netto del numero di reti complessive; la classica partita di fine stagione con pochissime occasioni da gole, squadre stanche e ritmi bassi.

Ma contava davvero poco, per entrambe: il Napoli atteso all’ennesima prova generale per l’8 agosto e la Lazio che teneva a far superare il record di gol al proprio centravanti, Immobile, che in parte ci è riuscito (36 reti, proprio come il Pipita). Un campionato difficilissimo per il Napoli, a tratti tragicomico per quanto accaduto in autunno, con il famoso ammutinamento e una posizione in classifica a dir poco preoccupante, per usare un eufemismo. Poi l’arrivo di Gattuso, che mette un po’ le cose a posto, vince una Coppa Italia, ma finisce assai distante dalla zona Champions League e soprattutto perde diverse partite per mancanza soprattutto di concentrazione: totalizza 38 punti nel girone di ritorno e di fatto andrebbe valutato per quello, senza addossargli anche le gravi responsabilità del predecessore; se poi il Napoli finisce settimo soprattutto a causa del pessimo andamento fino al suo arrivo, non è certamente una colpa figlia del tecnico calabrese.

Il Napoli volerà a Barcellona, e probabilmente lo farà senza il suo capitano, Lorenzo Insigne, fermato da un problema muscolare (da valutare le sue condizioni, ma ci è sembrato molto addolorato). Sarebbe un’assenza pesantissima, anche perché in quel ruolo Gattuso non ce l’ha un vero e proprio sostituto di Insigne, che le ha giocate praticamente tutte, anche quando non contava nulla, ed è arrivato semi distrutto all’ultima partita, di fatto alla vigilia di Barcellona-Napoli. Probabilmente qualche responsabilità ce l’ha anche Gattuso, che poteva decidere di preservare il suo miglior giocatore almeno qualche attimo prima: un errore di inesperienza, ma pure un pizzico di sfortuna perché nessuno avrebbe potuto immaginare che una mancata sostituzione potesse essere così dannosa. Ma tant’è: vedremo cosa riuscirebbe a inventarsi eventualmente Gattuso; magari Elmas alto a sinistra, come fece a Milano in Coppa Italia, contro l’Inter, quando andò a vincere di misura. Un risultato, quello, che replicato a Barcellona porrebe di diritto il Napoli nella leggenda; consegnerebbe questo gruppo, che in parte andrà rifondato (è sempre giusto ribadirlo), agli annali della storia.

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