Gli avevano imposto di pagare duemila euro al mese

Di nuovo minacciato l’imprenditore che denunciò il racket

Aveva denunciato e fatto arrestare tre esponenti del clan 167

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Arzano. Giovanni Ferraioli, il coraggioso imprenditore proprietario di un bar che aveva denunciato e fatto arrestare tre esponenti del clan 167 che gli avevano imposto di pagare duemila euro al mese, è stato nuovamente minacciato. Stavolta le intimidazioni sono arrivate da un parente proprio di quelle persone fatte arrestare dall’imprenditore e tutto sarebbe avvenuto davanti alla figlia e alla mamma di Ferraioli.

Lo fa sapere il Comitato di liberazione della Camorra Area nord di Napoli attraverso una nota. “Ad aprile, scendemmo al suo fianco per dimostrargli, fisicamente, la nostra solidarietà e quella di tutti coloro che vogliono vivere senza l’oppressione della camorra. Ora Giovanni ha dimostrato un’altra volta di avere coraggio perché, di fronte alle minacce di un parente di uno dei suoi estorsori, che non si è preoccupato neanche della presenza della figlia e della mamma di Giovanni, ha deciso di denunciare. Ancora una volta ha fatto la scelta migliore. Ora tocca a tutti noi non lasciarlo solo e continuare a sostenere la sua battaglia contro i camorristi che portano solo miseria e degrado. Giovanni non è solo. Giovanni non deve restare solo”.

“Tutta la popolazione e le Istituzioni, locali ma anche nazionali, dovranno mostrare, soprattutto queste ultime, la propria vicinanza al sig. Giovanni e non soltanto con le parole. “-ha dichiarato il deputato dell’alleanza Verdi-Sinistra Francesco Emilio Borrelli: “Chi denuncia il racket e la camorra deve essere tutelato e portato ad esempio affinché quello che è oggi un vero atto di coraggio possa tramutarsi un domani, che non sia troppo lontano, in un gesto normale, spontaneo e collettivo. Affinché accada questo lo Stato deve mostrarsi più forte dei clan e, al contempo, di sapersi prendere cura anche di quei territori e di quelle popolazioni che fino ad oggi sono sempre stati abbandonati al proprio destino e lasciati in balia di quello che è uno Stato, parallelo, illecito criminale e barbaro, ossia la camorra.”.

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