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Bimbo ucciso da patrigno: Giuseppe picchiato tanto da sembrare morto. La testimonianza del medico

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Al processo in corso a Napoli per l’omicidio di Giuseppe, il bimbo di 7 anni assassinato a Cardito a colpi di bastone dal patrigno Toni Badre, le testimonianze in agenda iniziano con lo psicoterapeuta della casa famiglia. Il medico è stato chiamato a testimoniare davanti alla terza Corte di Assise. Lo psicologo mette in risalto come le violenze riemergono in pieno nei giochi della sorella. Il professionista ricorda di quando a uno degli educatori, prima di addormentarsi, la bimba ha raccontato le raccapriccianti scene a cui è stata costretta ad assistere: “Mi ricordo le botte che dava (il patrigno) a Giuseppe, così tante che poi sembrava morto… ma adesso non ci voglio più pensare”.

 

Per lo psicologo la sorellina di Giuseppe è “adultizzata” e “razionale”, arriva anche ad aiutare i medici spiegando il motivo per il quale la sorellina più piccola si lascia andare a pianti inconsolabili quando è il momento di lavarsi: “ha paura di farsi lo shampoo – riferisce – perché Toni (il patrigno) tentava di affogarla”. Il medico ha anche parlato di un altro episodio, avvenuto lo scorso 9 marzo, mentre i bimbi della casa famiglia (otto in tutto) stavano giocando. La bambina e i suoi amichetti stanno facendo un gioco di ruolo. E’ lei ad assegnare i personaggi e quindi chiede a uno dei maschietti di interpretare il patrigno e a una compagnetta di fare il fratellino morto: “Adesso Toni è arrabbiato – dice il medico riferendo le sue parole – perché ha mal di testa e picchia Giuseppe”. L’educatrice che li sta controllando si accorge della macabra rappresentazione e per distogliere i bimbi chiede loro di cambiare gioco. In un altro episodio la bimba bisticcia con un amichetto il quale, preso dalla rabbia, le grida: “Ti uccido”. Raggelante è la risposta della piccola: “Tanto ci ha già provato Toni”.

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