Primo piano

Si vince ancora, ma occhio oggi al Barça

Import 2018

EDITORIALE MARCO STILETTI- Tornati a vincere anche in campionato! Era fondamentale per la squadra di Gattuso, quei tre punti hanno ridato ossigeno agli azzurri che adesso sono a 39 punti, a soli 6 punti dalla Roma. Beh, che dire. Forse il Napoli è tornato, speriamo che non sia semplice entusiasmo poi si spegne nelle prossime gare come si è spento con il Lecce domenica scorsa.

Gattuso in queste ore ha dimostrato tutto il suo carische ma, prima lasciando a casa Allan, poi nella conferenza pre-partita insistendo che l’obbiettivo (irreale) sono i 40 punti. Nel post-partita invece ha voluto sottolineare che bisogna andare cauti “non mi lascio fregare“. Ai microfoni di Sky ha rilasciato anche alcune dichiarazioni sul rinnovo di Mertens Dopo l’esperienza che ho passato a Pisa e a Creta ho giurato di non dire nulla a nessuno. Io voglio fare l’allenatore, c’è chi è addetto a parlare di contratti. I soldi non sono miei, sono dipendente di un’azienda e le scelte le deve fare chi comanda e rappresenta l’azienda. Io posso dare pareri se me li chiedono. Ed è certo che me l’hanno chiesto. La dirigenza sa quello che penso. Ma dobbiamo giocare sempre da squadra altrimenti non si va da nessuna parte“.

Il quinto posto da acciuffare è a soli sei punti dagli azzurri. Per recuperare il distacco il Napoli deve “cacciare gli attributi“: non può permettersi prestazioni sottotono. La vittoria nell’ultima giornata di campionato non da certezze in tal senso, il Napoli infatti vince ma non convince. Si lascia schiacciare troppo, in alcuni frangenti della gara il Napoli appare confuso e ci sono ancora troppi errori all’altezza della linea mediana del campo.

Questa settimana il calcio, nel mondo di “quelli la” … di “quelli che sbagliano” ha spento la luce. Un giovane arbitro di soli 25 anni è morto in un incidente stradale mentre si recava all’aereoporto: per raggiungere la città in cui avrebbe dovuto arbitrare un incontro. Lo spazio dato per questo ragazzo è stato minimo, ogni settimana molti ragazzi “vanno ad arbitrare”, salutano la famiglia per recarsi in uno stadio (molte volte di periferia dove si hanno solo dei rimborsi spesa) puramente per la passione per il calcio. Quella passione che li mette dal lato di quelli non osannati per un goal, mai ricordati o citati se non con degli appellativi particolari.

Infame, cornuto, venduto!” Insulti che scivolano via grazie a quel fischietto ed a quella divisa che ogni settimana viene indossata con onore ed orgoglio. Un nodo in gola si è formato appena in redazione è arrivata la triste notizia. Un arbitro, ma anche un uomo. Che in quanto tale sbaglia, ma non per questo merita determinati appellativi.