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A Roma a porte chiuse si cerca il primo trofeo 2020

SSC Napoli v Benevento Calcio - Serie A

EDITORIALE MARCO STILETTI- “Siamo giunti alla picciola vigilia”. A una vigilia che già sa di primo titolo stagionale, anche perché la Coppa Italia darà l’accesso all’Europa League e soprattutto al primo trofeo estivo rappresentato dalla Supercoppa italiana. Il match contro l’Inter ci ha dato indicazioni su Ospina che ha parato l’impossibile portando lui in finale i partenopei, ammutolendo gli uomini di Conte.

Napoli e Juventus arriveranno all’appuntamento con un pareggio ed a seguito di prestazioni non esaltanti nelle rispettive semifinali, specialmente sotto l’aspetto atletico. Ma la finale sarà una partita a sé: conterà solo vincere. Le energie deriveranno più dalla motivazione di alzare un trofeo che dalla breve, singolare preparazione che i calciatori hanno sostenuto prima di ricominciare una stagione bruscamente interrotta. La Coppa Italia il Napoli l’ha vinta due volte negli ultimi otto anni, con Mazzarri proprio contro la Juventus e con Benitez contro la Fiorentina. Ma la prima finale partenopea di Gattuso ha un sapore diverso, più intenso e profondo e non solo perché stiamo uscendo da tre mesi terribili.

Il Napoli con Ancelotti, l’allenatore più vincente d’Europa, stava precipitando all’inferno. Gattuso lo ha rimesso in piedi con il lavoro e la semplicità. Senza false promesse. Ha dato un’organizzazione e un’anima alla squadra, ha sistemato uno spogliatoio avvelenato, ha regalato fiducia a una tifoseria scoraggiata e stasera dentro un altro stadio vuoto proverà a chiudere il suo piccolo cerchio. Infatti Gattuso ha reso il Napoli una squadra che non molla anche quando le energie sembrano finire e l’avversario ti sta surclassando.

Battendo la Juve si prenderebbe la rivincita in Coppa Italia e aprirebbe un ciclo con il Napoli che in questi ultimi anni è stato l’anti Juventus senza mai davvero raggiungerla. Gattuso ha la possibilità di oscurare Sarri, il vecchio profeta, cultore di un calcio diverso, forse più utopistico e di difficile realizzazione a Torino dove vincere è l’unica cosa che conta.

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