Cambia il nome ma non la sostanza

Il Reddito di cittadinanza non verrà cancellato: il governo cambia idea

Leggendo le nuove misura messe in campo dal Governo sembra che il rdc non verrà cancellato. Ecco la novità.

Reddito di cittadinanza Mia

Nazionale. Alla fine leggendo la bozza del Decreto Lavoro con il quale verrà attuata la riforma delle misure di contrasto alla povertà che prevede l’addio al reddito di cittadinanza e il passaggio alle nuove misure, è possibile vedere come il Rdc non verrà eliminato, cambierà solo nome. Le nuove misure decise infatti non si differenzieranno poi tanto da come era strutturato il reddito voluto dal Movimento 5 stelle.

La stretta agli occupabili non ci sarà ma le sanzioni per chi sgarra saranno più severe e il limite Isee è rivisto al ribasso portando a ridurre la platea dei percettori. Ma nel complesso la nuova Garanzia per l’inclusione (Gil) e la Garanzia per l’attivazione lavorativa (Pal) funzioneranno in maniera molto simile al vecchio caro Reddito di cittadinanza. Ecco in che modo.

Le nuove misure che dovrebbero sostituire il Reddito di cittadinanza

Partendo dalla misura di garanzia per l’inclusione questa ricalcherà per molti aspetti il funzionamento del rdc. Sarà riservato a chi nel nucleo familiare avrà un minore, un disabile (o percettore di assegno d’invalidità civile) oppure un ultrassessantenne. L’Isee scende a 7.200 così come i criteri di calcolo. Anche la durata si diversifica con la prima validità di 18 mesi per poi scendere a 12 mesi ma comunque rinnovabile all’infinito se si continueranno a rispettare i requisiti.

L’altra misura prevista sarà la Garanzia per l’attivazione lavorativa che prevede il sussidio per i componenti in grado di lavorare. Si tratta di una misura individuale e in questo caso i requisiti sono diventati più stringenti: Isee fino a 6.000 euro e importo dell’assegno più basso fino a massimo 525 euro. La durata in questo caso è di soli 12 mesi, non rinnovabili, ma non è da escludere che in un secondo momento possa arrivare una proroga.

Cambia il nome ma non la sostanza

Quindi requisiti più stringenti sicuramente, platea di percettori meno ampia ma nel complesso stesso funzionamento del vecchio Reddito di cittadinanza che andrà in soffitta solo nel nome ma non nei fatti. I problemi infatti sembrano essere gli stessi della vecchia misura. Come si inserirà nel mondo del lavoro i percettori? Come si aumenteranno le competenze di queste persone visto che i corsi sono ancora pochi? E poi i centri per l’impiego spesso usati come ancora di salvezza ma che in realtà continuano ad essere sotto organico e a non svolgere correttamente il lavoro che gli compete.

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